Storie di sognatori che mordono la vita in un piccolo paese immaginario chiamato Quinnipak, dove tutto è possibile. Un magnate del vetro che sogna l’avvento della ferrovia. Un architetto che sogna la più grande cattedrale di vetro mai realizzata prima, il Crystal Palace, per l’Esposizione Universale di Londra del 1851 poi concretizzato da Paxton, il vincitore del concorso. Un musicista avanguardista che sognava un nuovo genere musicale, forse la dodecafonia o dissonanza visto il periodo storico. Sogni che, indipendentemente dalla loro effettiva realizzazione, hanno reso la vita dei protagonisti degna di essere vissuta. Vite vissute come un costante viaggio. In questo libro di esordio si sente già il Baricco più maturo, quello delle letture teatrali, delle lezioni cadenzate da un ritmo narrativo che accomoda lo spettatore, in questo caso il lettore, con pause di suspanse e di riflessione incantevoli.
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Castelli di rabbia
Storie di sognatori che mordono la vita in un piccolo paese immaginario chiamato Quinnipak, dove tutto è possibile. Un magnate del vetro che sogna l’avvento della ferrovia. Un architetto che sogna la più grande cattedrale di vetro mai realizzata prima, il Crystal Palace, per l’Esposizione Universale di Londra del 1851 poi concretizzato da Paxton, il vincitore del concorso. Un musicista avanguardista che sognava un nuovo genere musicale, forse la dodecafonia o dissonanza visto il periodo storico. Sogni che, indipendentemente dalla loro effettiva realizzazione, hanno reso la vita dei protagonisti degna di essere vissuta. Vite vissute come un costante viaggio. In questo libro di esordio si sente già il Baricco più maturo, quello delle letture teatrali, delle lezioni cadenzate da un ritmo narrativo che accomoda lo spettatore, in questo caso il lettore, con pause di suspanse e di riflessione incantevoli.