Il mare non bagna Napoli
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Ortese, Anna Maria

Il mare non bagna Napoli

Abstract: Al suo primo apparire, nel 1953, "Il mare non bagna Napoli" sembrò a molti inserirsi in quel filone che allora e dopo venne chiamato "neorealismo". Era tutt'altra cosa. Nato dall'incontro della scrittrice con quella città – che era e non era la sua – uscita in pezzi dalla guerra (un incontro che fu insieme un addio: a Napoli la Ortese non tornerà, in seguito, praticamente mai), il libro è la cronaca di uno spaesamento. La città ferita e lacera diventa infatti uno schermo sul quale l'autrice proietta ciò che lei stessa definisce la propria "nevrosi": una nevrosi metafisica, una impossibilità di accettare il reale e la sua oscura sostanza, la cecità del vivere, un orrore del tempo che ogni cosa corrode e divora – e insieme il riconoscimento del "cupo incanto" della città, del mondo. Tutto il libro, con la sua scrittura "febbrile e allucinata" e al tempo stesso rigorosissima, è un grido contro questo orrore, da cui lo sguardo – come quello della bambina Eugenia il giorno in cui mette gli occhiali, nel primo, indimenticabile racconto – vorrebbe potersi distogliere: e non può.La presente edizione è accompagnata da due testi del tutto nuovi e preziosi, scritti dall'autrice ripensando questo suo libro: per il lettore saranno la guida più sicura.


Titolo e contributi: Il mare non bagna Napoli

Pubblicazione: Adelphi, 25/06/2014

EAN: 9788845922855

Data:25-06-2014

Nota:
  • Lingua: italiano
  • Formato: EPUB con DRM Adobe

Nomi:

Dati generali (100)
  • Tipo di data: data di dettaglio
  • Data di pubblicazione: 25-06-2014

Al suo primo apparire, nel 1953, "Il mare non bagna Napoli" sembrò a molti inserirsi in quel filone che allora e dopo venne chiamato "neorealismo". Era tutt'altra cosa. Nato dall'incontro della scrittrice con quella città – che era e non era la sua – uscita in pezzi dalla guerra (un incontro che fu insieme un addio: a Napoli la Ortese non tornerà, in seguito, praticamente mai), il libro è la cronaca di uno spaesamento. La città ferita e lacera diventa infatti uno schermo sul quale l'autrice proietta ciò che lei stessa definisce la propria "nevrosi": una nevrosi metafisica, una impossibilità di accettare il reale e la sua oscura sostanza, la cecità del vivere, un orrore del tempo che ogni cosa corrode e divora – e insieme il riconoscimento del "cupo incanto" della città, del mondo. Tutto il libro, con la sua scrittura "febbrile e allucinata" e al tempo stesso rigorosissima, è un grido contro questo orrore, da cui lo sguardo – come quello della bambina Eugenia il giorno in cui mette gli occhiali, nel primo, indimenticabile racconto – vorrebbe potersi distogliere: e non può.La presente edizione è accompagnata da due testi del tutto nuovi e preziosi, scritti dall'autrice ripensando questo suo libro: per il lettore saranno la guida più sicura.

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