Trovati 52 documenti.
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Ares, 03/11/2022
Abstract: Nel maggio del 1915, subito prima dell'inizio del genocidio degli armeni, in una Piccola Città del centro dell'Anatolia, una ragazza di 23 anni che si chiama Aghavnì, esce di casa con i suoi cari, il giovane marito e i due figli, un bambino di sei anni e una bambina di due. Nessuno li vedrà mai più. Scompaiono, semplicemente, senza lasciar traccia. Sono stati uccisi? O rapiti? Ma da chi? Nonostante le intense ricerche delle due famiglie, nessuno sembra saperne qualcosa. Poi, anche il loro ricordo sbiadisce fino a scomparire, nell'imperversare dei terribili eventi che iniziano proprio in quei giorni, alla fine di maggio 1915. Da una fotografia di questa sorellina di suo nonno, ritrovata a casa di un cugino in America, Antonia Arslan trae un racconto avventuroso di dolore e di riscatto, di morte e di rinascita, che culmina in uno strano Natale, in un misterioso presepio che diventa un riscatto dei cuori.
BUR, 14/06/2022
Abstract: "È nelle splendide miniature e nelle pagine dei manoscritti salvatiche rimane e risplende vivida la memoria del popolo armeno."Antonia ArslanGiugno 1915: cinque fuggiaschi si allontanano nella notte dalle rovine del loro paese nella valle di Mush. Appena sconfitti nel Caucaso, i turchi della terza armata hanno sfogato la loro frustrazione nella valle, sterminato abitanti, saccheggiato case, distruggendo le millenarie tradizioni del popolo armeno. Tre donne, un uomo e un bambino, una piccola compagnia riunitasi per caso fra le macerie, sono gli unici sopravvissuti del loro villaggio. Hanno perso tutto eppure, fortunosamente, riescono a recuperare un tesoro di inestimabile valore: l'antichissimo Libro di Mush. Il Libro diventerà il talismano del loro viaggio, il segno tangibile che devono restare uniti per preservare a ogni costo, insieme, la storia del popolo armeno. Tenendo in vita le tracce del passato a cui il prezioso omiliario del XIII secolo appartiene, accenderanno una luce di speranza sul futuro della loro gente. Perché per chi è costretto a rinunciare alla propria identità, conservare la memoria, quella autentica e condivisa, significa farsi testimonianza della storia e scrivere le premesse di un destino migliore.
Il destino di Aghavnì / Antonia Arslan
Ares, 2022
Abstract: Nel maggio del 1915, subito prima dell'inizio del genocidio degli armeni, in una Piccola Città del centro dell'Anatolia, una ragazza di 23 anni che si chiama Aghavnì, esce di casa con i suoi cari, il giovane marito e i due figli, un bambino di sei anni e una bambina di due. Nessuno li vedrà mai più. Scompaiono, semplicemente, senza lasciar traccia. Sono stati uccisi? O rapiti? Ma da chi? Nonostante le intense ricerche delle due famiglie, nessuno sembra saperne qualcosa. Poi, anche il loro ricordo sbiadisce fino a scomparire, nell'imperversare dei terribili eventi che iniziano proprio in quei giorni, alla fine di maggio 1915. Da una fotografia di questa sorellina di suo nonno, ritrovata a casa di un cugino in America, Antonia Arslan trae un racconto avventuroso di dolore e di riscatto, di morte e di rinascita, che culmina in uno strano Natale, in un misterioso presepio che diventa un riscatto dei cuori.
Il Libro di Mush / Antonia Arslan
BUR, 2022
Abstract: Giugno 1915: cinque fuggiaschi si allontanano nella notte dalle rovine del loro paese nella valle di Mush. Appena sconfitti nel Caucaso, i turchi della terza armata hanno sfogato la loro frustrazione nella valle, sterminato abitanti, saccheggiato case, distruggendo le millenarie tradizioni del popolo armeno. Tre donne, un uomo e un bambino, una piccola compagnia riunitasi per caso fra le macerie, sono gli unici sopravvissuti del loro villaggio. Hanno perso tutto eppure, fortunosamente, riescono a recuperare un tesoro di inestimabile valore: l'antichissimo Libro di Mush. Il Libro diventerà il talismano del loro viaggio, il segno tangibile che devono restare uniti per preservare a ogni costo, insieme, la storia del popolo armeno. Tenendo in vita le tracce del passato a cui il prezioso omiliario del XIII secolo appartiene, accenderanno una luce di speranza sul futuro della loro gente. Perché per chi è costretto a rinunciare alla propria identità, conservare la memoria, quella autentica e condivisa, significa farsi testimonianza della storia e scrivere le premesse di un destino migliore.
Mondadori, 2021
Abstract: Il romanzo narra epicamente il tragico destino di una minoranza etnica odiata e perseguitata per la sua antichissima civiltà cristiana, in eterno contrasto con i turchi e con il grande impero ottomano. Verso la fine del luglio 1915 circa cinquemila armeni perseguitati dai turchi si rifugiarono sul massiccio del Mussa Dagh, a nord della baia di Antiochia. Fino ai primi di settembre riuscirono a tenere testa agli aggressori ma poi, cominciando a scarseggiare gli approvvigionamenti e le munizioni, sarebbero sicuramente stati sconfitti se non fossero riusciti a segnalare le loro terribili condizioni a un incrociatore francese. Su quel massiccio dove per quaranta giorni vive la popolazione di sette villaggi, in un'improvvisata comunità, si ripete in miniatura la storia dell'umanità, con i suoi eroismi e le sue miserie, con le sue vittorie e le sue sconfitte, ma soprattutto con quell'afflato religioso che permea la vita dell'universo e dà a ogni fenomeno terreno un significato divino che giustifica il male con una lungimirante, suprema ragione di bene. Dentro il poema corale si ritrovano tutti i drammi individuali: ogni personaggio ha la sua storia, ogni racconto genera un racconto. Fra scene di deportazioni, battaglie, incendi e morti, dotate di straordinaria potenza rappresentativa, si compone quest'opera fondamentale dell'epica moderna.
Dino Buzzati. Bricoleur & cronista visionario
Ares, 22/04/2020
Abstract: "Tantissimi anni fa, per una collana chiamata "Invito alla lettura di...", fra tanti autori del nostro Novecento scelsi di scrivere su Dino Buzzati. Il clima culturale era ancora così pesantemente influenzato dalle mode neorealistiche, che lo stesso direttore della collana, poco amante delle atmosfere e dello stile buzzatiani, tentò di modificare il mio testo in senso molto negativo verso l'autore, direi addirittura sprezzante. Non ci riuscì. Buzzati è un grande, ed è ormai un classico. Il deserto dei Tartari continua ad affascinare i lettori ed è diventato proverbiale; le novelle dei primi libri hanno spesso una perfezione incantata, sembrano scolpite nel cristallo. E il mio piccolo libro mi pare ancora la chiave giusta per entrare nel suo mondo".
BUR, 28/07/2020
Abstract: La fuga è finita. Al sicuro sulla nave che li condurrà in Italia, Shushanig e i suoi figli si lasciano alle spalle le atrocità che hanno sconvolto la loro vita e quella di tante famiglie armene. Mentre i figli di Shushanig si adattano dolorosamente alla nuova realtà, Ismene, che li ha strappati alla morte, cerca di salvare altre vite, prendendosi cura degli orfani che vagano per le strade di Aleppo. Una testimonianza, appassionante come un romanzo, sulle vicende di un popolo condannato all'esilio, dalla penna coinvolgente di una scrittrice coraggiosa.
Rizzoli, 20/11/2018
Abstract: "Nel cuore dell'uomo la speranza è come una fiammella: e uno dei più grandi peccati contro lo spirito avviene proprio quando viene cancellata o spenta. Ci vuole molto coraggio per cercare sempre di vedere il bicchiere mezzo pieno, per osare la ricerca del cane che salva l'uomo e non di quello che lo azzanna." È questo l'augurio di Antonia Arslan: che la fiammella della speranza non si spenga mai. In tempi troppo spesso bui, la segreta bellezza dell'altro è la sola fonte di salvezza, l'unica luce che possa liberarci dalle tenebre dell'intolleranza. E così non esiste crescita interiore senza condivisione, non c'è cammino senza incontro, non c'è amore per il Paese senza memoria delle origini. Lo sa bene la testimone diretta dello scambio tra popoli: lei che attendeva nella sua casa di Padova i parenti sparsi e divisi dalla diaspora, davanti ai quali spalancava gli occhi incuriosita dai racconti dei cibi armeni e dei colori vivaci delle miniature. O sempre lei che scopriva che il nonno Yerwant aveva dato ai suoi figli quattro nomi armeni ciascuno, nonostante avesse compreso che l'antica patria era perduta per sempre e avesse deciso di dedicarsi a quella nuova con inesauribile energia. Dopo esili e diaspore, partenze e abbandoni che hanno segnato indelebilmente il destino di Oriente e Occidente, navigare verso la tregua è l'unica direzione accettabile; e proprio attraverso queste pagine che narrano di meravigliosi mondi lontani, ancora una volta la scrittrice della Masseria delle allodole ci conduce verso l'intimo equilibrio degli affetti e la scoperta dell'altro.
La bellezza sia con te / Antonia Arslan
Rizzoli, 2018
Abstract: “Nel cuore dell’uomo la speranza è come una fiammella: e uno dei più grandi peccati contro lo spirito avviene proprio quando viene cancellata o spenta. Ci vuole molto coraggio per cercare sempre di vedere il bicchiere mezzo pieno, per osare la ricerca del cane che salva l’uomo e non di quello che lo azzanna.”È questo l’augurio di Antonia Arslan: che la fiammella della speranza non si spenga mai. In tempi troppo spesso bui, la segreta bellezza dell’altro è la sola fonte di salvezza, l’unica luce che possa liberarci dalle tenebre dell’intolleranza. E così non esiste crescita interiore senza condivisione, non c’è cammino senza incontro, non c’è amore per il Paese senza memoria delle origini.Lo sa bene la testimone diretta dello scambio tra popoli: lei che attendeva nella sua casa di Padova i parenti sparsi e divisi dalla diaspora, davanti ai quali spalancava gli occhi incuriosita dai racconti dei cibi armeni e dei colori vivaci delle miniature. O sempre lei che scopriva che il nonno Yerwant aveva dato ai suoi figli quattro nomi armeni ciascuno, nonostante avesse compreso che l’antica patria era perduta per sempre e avesse deciso di dedicarsi a quella nuova con inesauribile energia.Dopo esili e diaspore, partenze e abbandoni che hanno segnato indelebilmente il destino di Oriente e Occidente, navigare verso la tregua è l’unica direzione accettabile; e proprio attraverso queste pagine che narrano di meravigliosi mondi lontani, ancora una volta la scrittrice della Masseria delle allodole ci conduce verso l’intimo equilibrio degli affetti e la scoperta dell’altro.
Rizzoli, 13/07/2017
Abstract: "Sono loro, i miei padri e madri, che emergendo da un pozzo profondo mi hanno narrato la loro storia e io mi sono seduta, un giorno di maggio, ad ascoltare e a scrivere. Ed è stato come intessere un tappeto." Zio Sempad è solo una leggenda per noi: ma una leggenda su cui abbiamo tutti pianto. Era l'unico fratello del nonno, il minore. Amava la sua tranquilla città, la sua provincia sonnolenta, le chiacchiere al caffè con gli amici. Studiò da farmacista a Costantinopoli, ma pensando di ritornare a casa." Ha inizio così, come un caldo e rassicurante ricordo di famiglia, il lungo viaggio di Antonia Arslan nel dolore e nell'orrore di un popolo, vittima del primo genocidio del Ventesimo secolo e sopravvissuto grazie al coraggio delle sue donne straordinarie.
Sette storie di Natale / Antonia Arslan ; illustrazioni originali di Massimo Pulini
Milano : Medusa, 2017
Le api ; 38
Abstract: «Storie di Natale: fioriscono e scaldano i cuori, là dove il Natale ebbe inizio, e dovunque nel vasto mondo. Natale significa per noi la nascita del Bambino misterioso, ma è inizio e fine insieme; inizio di un prodigio, fine di un’epoca. E anche, è segno del precipitare dei giorni verso la fine dell’anno. Quella settimana sospesa è il tempo delle storie: da raccontare e ascoltare, da leggere e far leggere. E il tempo del camino acceso e del cibo caldo, dei pomeriggi sonnolenti e dei bambini in vacanza. In questo piccolo libro ho raccolto alcune delle mie storie di Natale. Ci sono spazzacamini che custodiscono un segreto pericoloso ed eleganti campanili su cui arrampicarsi, il Leone di Giudea a Manhattan e un improbabile Babbo Natale. Ci sono la Cea e Ottorino, e i messaggi della speranza incisi sulle colonne del monastero di Khor Virab, nel ricordo del Paese Perduto e di Carlo, il fratellino. E c’è, a suggellarle, l’antica melodia dei pastori kashubi: “Se tu. Bambinello, fossi nato nella Terra dei Kashubi / se tu, Bambinello, fossi nato nel nostro paese / il Signor Parroco in persona sarebbe venuto di corsa / ad onorare te e la tua Santa Madre”». Antonia Arslan
Lettera a una ragazza in Turchia
Rizzoli, 10/11/2016
Abstract: "Tu devi avere un coraggio nuovo, mia ragazza di Turchia. Ti vogliono rimandare indietro a tempi lontani, mentre a te piacciono capelli al vento e gonne leggere, ascoltare musiche forti, andare a zonzo con gli amici e sentirti uguale a loro. Vorresti lottare a viso scoperto. E invece dovrai scoprire di nuovo il coraggio sotterraneo dei deboli, l'audacia che si muove nell'ombra, e cercare nella tua storia antica le ragioni e la forza per sopravvivere." Queste le parole di Antonia Arslan nella sua lettera immaginata a una ragazza turca. Con la maestria che è solo dei grandi narratori, Antonia Arslan ripercorre le vicende delle sue antenate armene, tessendo un racconto che si dipana attraverso un filo teso dai tempi antichi per arrivare fino ai giorni nostri. Perché la paura subdola che ci colpisce ogni giorno, le oscure premonizioni che si propagano da Oriente a Occidente, da Istanbul a Bruxelles, sono le stesse delle donne armene che si sono sacrificate in nome della libertà. L'antidoto contro la paura è la memoria, è il tappeto di storie di chi ha subìto un ribaltamento del suo mondo all'improvviso. L'autrice della Masseria ci regala un libro intimo, attualissimo, un viaggio straordinario in cui ridà vita alle vicende di donne che combattono per il proprio futuro e per restare se stesse.
Il rumore delle perle di legno
BUR, 28/04/2016
Abstract: Un periodo cruciale per l'Italia tutta, la guerra, la sua fine, gli anni Cinquanta e Sessanta. Antonia Arslan racconta della casa di Padova dove per la prima volta ha ascoltato il nonno Yerwant raccontare le storie vitali e poi tragiche dei suoi fratelli armeni. Lì ha vissuto gli anni della guerra, con le bombe dell'aereo Pippo e i tedeschi in città, momenti drammatici, aneddoti talvolta divertenti, avventure di vita condivise sempre con la madre Vittoria, bizzarra e bellissima, che una volta infilò un maialino sotto il cappotto, fingendosi incinta, per nasconderlo ai nazisti, e con il nonno, che la tenne con sé a chiacchierare al buio durante l'ultimo bombardamento nel 1945. Dopo La masseria delle allodole e La strada di Smirne, Antonia Arslan aggiunge un nuovo tassello alla sua saga armena con un viaggio personale e contemporaneamente universale nella memoria della nostra storia recente.
Lettera a una ragazza in Turchia / Antonia Arslan
Milano : Rizzoli, 2016
La Scala
Abstract: Nel libro Antona Arslan ridà vita alle vicende di donne che combattono per il proprio futuro e per restare se stesse, che hanno saputo ricostruirsi una vita quando tutto sembrava perso. C'è chi è scappata da situazioni politiche difficili, chi ha deciso di tornare nella propria patria perduta e chi si è realizzata in un nuovo mondo. Sono storie di destini affermativi, racconti capaci di intrecciare il passato e il presente. Ieri e oggi convivono perché per tantissime donne crearsi una strada alternativa è rimasto - anche ai nostri giorni - quasi impossibile. Servono forza, intelligenza e fortuna. E il coraggio di dichiararsi in rivolta.
Neri Pozza, 19/05/2015
Abstract: Costantinopoli, 26 agosto 1896: un commando di armeni assale la Banca Ottomana. L'azione dimostrativa vuole richiamare l'attenzione delle potenze europee sulle richieste di riforme in favore della minoranza armena che il sultano Abdul Hamid II ha lasciato deluse.È con questo episodio storico che prendono avvio le drammatiche vicende degli armeni in Anatolia, quelle vicende che, come gli ebrei con il termine Shoah, gli armeni oggi ricordano con due espressioni altrettanto efficaci: Metz Yeghèrn, il Grande Male, e Aghèt, la Catastrofe.Ed è con questo episodio che ha inizio anche il grande romanzo della famiglia Tomassian, con Hovanes che all'epoca è tra i pochi armeni membri del Parlamento turco. Uomo colto, conoscitore dell'Europa e partecipante all'assalto alla banca, Hovanes ha lasciato nella lontana Erzerum il padre Vahe, il fiero patriarca dei Tomassian, e il mite fratello Ashod, maestro di scuola.Diciotto anni dopo, mentre a Costantinopoli la situazione per gli armeni è alle soglie della tragica svolta, a Erzerum Ashod ha sposato Anna e ha due figli poco più che bambini, la bella Shushan e il piccolo dolce Aram. Saranno loro, rimasti soli dopo il massacro di tutti i famigliari avvenuto sotto i loro occhi, i protagonisti, gli eroi di una storia di dolore e morte, l'emblema di quel viaggio all'inferno che, tra la primavera del 1915 e l'autunno del 1916, portò con un ferreo programma di morte all'annientamento di un popolo nella terra che abitava da millenni.Alle soglie della prima guerra mondiale, tra l'indifferenza e l'incomprensione dei grandi d'Europa, soprattutto Inghilterra e Francia, il destino di un'intera nazione si rivela segnato dall'Aghèt pianificata dagli "uomini forti" del governo turco di allora, il ministro dell'Interno Talaat Pascià e il ministro della Guerra Enver Pascià.Ma come sempre accade, nel dramma non tutto viene spazzato via: resta la fedeltà al proprio popolo, alla sua identità, che perdurerà nella memoria straziata dei sopravvissuti, dei testimoni. E alla giovane Shushan, nel momento in cui il terrore la assale, affiorano le parole del padre: "il giorno in cui ti sentirai invasa dalla paura, il giorno in cui ti troverai faccia a faccia col ragno dalle zanne di sciacallo, ricorda che nel mio sangue e in quello di tuo nonno potrai attingere la forza di affrontare i tuoi nemici. Non dimenticare, Shushan, djian: tu sarai invincibile…"."È giunto il tempo per noi Armeni di liberarci delle menzogne di Stato e di entrare, in maniera chiara e limpida, in questa Europa?".Charles Aznavour, prefazione ad Armenia"Un'appassionante romanzo storico che ci conduce nel cuore di un genocidio".Isabelle Marchand"Un'immensa saga, il destino tragico di una famiglia in un romanzo vero di un'intensità folle".Le Figaro Magazine
Il rumore delle perle di legno
Rizzoli, 02/04/2015
Abstract: "I ricordi, usciti dalle loro scatole, dilagano nel cuore e prendono possesso della mente." Così, guardando il cortile dalla finestra, una donna torna bambina. Lì, a Padova, dentro e fuori da quella casa, Antonia per la prima volta ha ascoltato il nonno Yerwant raccontare le storie vitali e poi tragiche dei suoi fratelli armeni. Lì, ha vissuto gli anni della guerra, con le bombe dell'aereo Pippo e i tedeschi in città, ma sempre insieme alla mamma Vittoria, lunatica e bellissima, che infilò un maialino sotto il cappotto, fingendosi incinta per nasconderlo ai nazisti, e al nonno, che la tenne con sé a chiacchierare al buio, durante l'ultimo bombardamento nel 1945. I ricordi della Bambina invecchiata si spalancano, avventurosi e intimi, e ci conducono verso altri luoghi dell'infanzia, costellati da figure umanissime. Ma ci portano anche al cuore di un periodo cruciale per l'Italia tutta. La guerra, la sua fine, gli anni Cinquanta e Sessanta. E poi gli amori della protagonista e i suoi viaggi in Grecia, i racconti di un'Armenia che ha messo radici in lei ma soprattutto la scoperta dei libri e del loro prodigioso potere Dopo La masseria delle allodole e La strada di Smirne, queste sono le note, modulate dalla penna sapiente di Antonia Arslan, di un libro che è una sinfonia sulla memoria e sulla passione per le storie, "porte sempre aperte verso il quotidiano degli altri, con colori infiniti e trame sempre uguali". Il nuovo capitolo della MASSERIA DELLE ALLODOLE
La masseria delle allodole / Antonia Arslan
Rizzoli, 2015
Abstract: Antonia Arslan racconta la storia di una famiglia armena, la sua, che nel maggio 1915 viene spazzata via dalla violenza della pulizia etnica. E la diaspora, che porterà gli armeni a disperdersi nel mondo, conservando nel cuore la struggente nostalgia per una patria e una felicità perdute. La tragedia di un popolo rivive in un romanzo di grande intensità, che denuncia una pagina brutale e feroce della storia.
Il rumore delle perle di legno / Antonia Arslan
[Milano] : Rizzoli, 2015
Abstract: "I ricordi, usciti dalle loro scatole, dilagano nel cuore e prendono possesso della mente." Così, guardando il cortile dalla finestra, una donna torna bambina. Lì, a Padova, dentro e fuori da quella casa, Antonia per la prima volta ha ascoltato il nonno Yerwant raccontare le storie vitali e poi tragiche dei suoi fratelli armeni. Lì, ha vissuto gli anni della guerra, con le bombe dell'aereo Pippo e i tedeschi in città, ma sempre insieme alla mamma Vittoria, lunatica e bellissima, che infilò un maialino sotto il cappotto, fingendosi incinta per nasconderlo ai nazisti, e al nonno, che la tenne con sé a chiacchierare al buio, durante l'ultimo bombardamento nel 1945. I ricordi della Bambina invecchiata si spalancano, avventurosi e intimi, e ci conducono verso altri luoghi dell'infanzia, costellati da figure umanissime. Ma ci portano anche al cuore di un periodo cruciale per l'Italia tutta. La guerra, la sua fine, gli anni Cinquanta e Sessanta. E poi gli amori della protagonista e i suoi viaggi in Grecia, i racconti di un'Armenia che ha messo radici in lei ma soprattutto la scoperta dei libri e del loro prodigioso potere...
Nuova ed. aggiornata
Milano : Guerini e associati, 2015
Abstract: Metz Yeghérn, il "Grande Male": così gli armeni ricordano il loro olocausto, con una parola che vuol dire, insieme, male fisico e anche morale, ciò che addolora, tortura, uccide. "Il genocidio degli armeni, il primo del secolo, è avvenuto ottant'anni fa in Turchia con lo scopo di 'liberarla' della presenza armena. Se si esclude la piccola comunità di Costantinopoli, l'obiettivo fu raggiunto. Il genocidio del 1915 è perciò anche la prima 'pulizia etnica' di un secolo che chiude il millennio con altre 'pulizie' orrende. Nessuna di queste - incluso l'olocausto del popolo ebraico voluto da Hitler - è dovuta a motivazioni religiose. Viceversa, la cultura che sostiene i massacratori è essenzialmente secolare: si elimina e si uccide in nome di poteri, dominii e superiorità tutte terrestri, avide di terra e di beni, bisognose di cancellare la vita e la storia delle vittime. Commemorare l'ottantesimo del genocidio degli armeni non è quindi solo far memoria del passato a ridosso di drammi attuali e vicini, ma anche chiedersi perché e come il nostro secolo sia segnato da questi tragici eventi. Così facendo sappiamo di operare non solo perché venga resa giustizia a un popolo, ma anche perché altri lo facciano, abbandonando il lato oscuro della modernità".
Ishtar 2 : cronache dal mio risveglio / Antonia Arslan
Milano : BUR, 2015
Contemporanea
Abstract: Ishtar 2 è un reparto di Rianimazione, dove Antonia Arslan, inghiottita dal coma all'improvviso, è stata ricoverata per 20 giorni, angoscianti per chi le voleva bene e spaventosi per lei, che forse non era così assente. Eppure in quella nuova dimensione la sua vita si è accesa come per incanto, l'ospedale si è fatto ora castello in cui si aggirano dolci presenze capaci di fugare paure e solitudine, ora giardino dove l'erba è un tappeto morbido. Il lento recupero ha avuto il sapore di una rinascita. La gola, come carta vetrata subito dopo il risveglio, ha ritrovato il respiro e restituito la voce a una generosa e affascinante cantastorie. Le sue dita si sono messe a correre sulla pagina trasformando quell'esperienza in racconto. Ne sono nate queste pagine toccanti e allegre perché, persino tra le pareti di quella stanza d'ospedale, Antonia Arslan è rimasta una bambina capace di osservare il mondo con lo sguardo rapito di chi ancora non sa. Quello sguardo che le ha permesso di commuovere i suoi lettori narrando l'eccidio armeno e l'incendio di Smirne. E di dirci oggi ciò che ha visto dalle finestre di quel castello sul mare.