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× Soggetto "Rifiuti radioattivi"

Trovati 5 documenti.

Le navi della vergogna
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Materiale linguistico moderno

Bocca, Riccardo <1964->

Le navi della vergogna / Riccardo Bocca

Milano : BUR Rizzoli, 2010

Abstract: Al largo delle coste calabresi, in uno dei mari più pescosi d'Italia e davanti a spiagge spesso affollate di bagnanti, sarebbe sepolta una nave carica di rifiuti radioattivi, fatta naufragare e trasformata in una letale discarica. Questo afferma il pentito Francesco Fonti, che avrebbe presieduto all'affondamento. Partono le ricerche, la notizia viene smentita, anche da alte cariche dello Stato. Si tratta solo di psicosi di massa, alimentata dai media? Riccardo Bocca, primo imputato nell'accusa di diffondere un panico ingiustificato, dimostra non soltanto che l'ipotesi della nave è certa, ma anche che le navi sono tante. Un sistema clandestino di occultamento dei rifiuti indesiderati, del quale fanno parte cosche mafiose, servizi segreti di Paesi che desiderano far sparire le proprie scorie, e il governo italiano, che ha un tale interesse a non far sapere nulla da pagare Fonti, affinchè smetta di parlare. E mentre la zona di Cetraro, in Calabria, presenta valori stellari nelle incidenze di alcuni tumori, chi prova ad accertare la verità viene depistato o fermato per vie ufficiali. E se, come il capitano Natale De Grazia, decide di continuare nonostante tutto, muore in circostanze inspiegabili.

Scorie
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Materiale linguistico moderno

Bettini, Virginio <1942-2020>

Scorie : l'irrisolto nucleare / Virginio Bettini ; prefazione di Giorgio Nebbia

[Torino] : UTET libreria, copyr. 2006

Abstract: Negli Stati Uniti come luogo di deposito delle scorie nucleari è stato scelto Yucca Mountain, nel Nevada, un'area collocata all'interno della A 51, sito di test nucleari superficiali e sotterranei, di un'ipotetica presenza extraterrestre, ma soprattutto, completamente sotto controllo militare. In Italia un tentativo simile è stato fatto a Scanzano Jonico suscitando un'agguerrita protesta da parte degli abitanti della regione. Il nocciolo del dibattito, quello a cui è principalmente dedicato Scorie, riguarda il tentativo di dare una risposta alla domanda: dove metteremo le scorie radioattive esistenti, e quelle che continuamente si stanno formando? Nelle miniere di sale abbandonate? In fondo al mare? Nello spazio interplanetario, lanciate da speciali missili? Pochi problemi tecnico-scientifici hanno avuto risposte fantasiose e speranzose come quello dello smaltimento delle scorie nucleari.

Il taglio freddo della luna
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Materiale linguistico moderno

Carlomagno, Piera

Il taglio freddo della luna / Piera Carlomagno

Solferino, 2022

Abstract: Gli ultimi istanti di quiete, l'ultimo lampo di spensieratezza: è l'inizio del pranzo di fine estate che Marina Pietrofesa Cortese, matriarca ottantenne, ha imbandito per la famiglia, in uno degli eleganti lidi della costa ionica lucana. Certo è strano che Wlady, nipote prediletto di Marina, non sia arrivato, ma la sua assenza è solo un'increspatura nell'atmosfera dorata che avvolge quella famiglia di antichi latifondisti. Ben diversa la giornata di Viola Guarino, chiamata ad analizzare una scena del crimine che sembra una quinta teatrale: il professor Vittorio Ambroselli ucciso come Marat nella vasca da bagno della sua casa ricca di opere d'arte. Uno come Ambroselli, riflettono gli inquirenti, tra cui l'affascinante sostituto procuratore Loris Ferrara, poteva avere molti nemici: era il fisico della Fossa Irreversibile in cui, a pochi chilometri da lì, negli anni Cinquanta, erano state nascoste le scorie nucleari americane. E quando viene a galla la relazione di sua figlia diciassettenne, Ginevra, con il giovane Wlady - la cui assenza comincia ad assumere i contorni di una scomparsa - i due casi appaiono inequivocabilmente collegati. La soluzione si trova solo nel presente o in un passato che, come le scorie nucleari, è sepolto nelle profondità della colpa? L'ultima estate dell'innocenza: un evento, un'esperienza, un topos che per i protagonisti di questa storia torna e si ripete come una maledizione. Piera Carlomagno tesse in questo nuovo noir una trama di ombre in cui stavolta anche l'indomita Viola Guarino, anatomopatologa e un po' strega, faticherà a non restare invischiata.

Terminus radioso
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Materiale linguistico moderno

Volodine, Antoine <1950->

Terminus radioso / Antoine Volodine

[Roma] : 66thand2nd, 2016

Abstract: Steppa sconfinata. Bianco nitore d'inverno. E d'estate le erbe, mutanti, che ondeggiano accarezzate dal vento. Un mondo contaminato, reso invivibile dalle esplosioni di reattori nucleari impazziti, orgoglio di una Seconda Unione Sovietica sull'orlo dell'abisso. Unica eccezione a questo vuoto dominato dalla natura è Terminus radioso, un kolchoz dove la vita continua a scorrere intorno a una pila atomica sprofondata nel terreno. Laggiù Nonna Udgul, a cui le radiazioni hanno regalato una sorta di immortalità, gestisce le operazioni di smaltimento dei rifiuti radioattivi, e Soloviei, il presidente, guida con i suoi poteri sovrannaturali i pochi superstiti in un'atmosfera di sogno che ha i contorni dell'incubo. E poi passano i secoli, i superstiti si disperdono, il viaggio del treno che correva lungo i binari alla ricerca di un campo di lavoro si è concluso chissà quanti anni prima. Finché un giorno migliaia di corvi si alzano in volo. E poi tutto continua, ancora, nella realtà parallela del Bardo, dentro una trappola di Soloviei, in una fine infinita, ma che importa. In questo universo - singolare, visionario, violento - tempo e spazio sono dimensioni liquide dove vivi, morti e simil tali vagano in un immenso, eterno futuro. Un universo allucinato, percorso dall'umorismo del disastro. L'universo di Antoine Volodine.

Scorie radioattive
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Materiale linguistico moderno

Bertaglio, Andrea - Pallante, Maurizio <1947->

Scorie radioattive : chi sa trema, ma in silenzio / Andrea Bertaglio, Maurizio Pallante

Roma : Aliberti, 2011

Abstract: Di tanto in tanto, in date sconosciute, ci sono treni che fanno la spola tra l'Italia e la Francia attraversando paesi e città. Trasportano scorie nucleari, solo che nessuno lo sa. Sulle rive della Dora Baltea, esattamente a Saluggia, è stipato l'85 per cento dei rifiuti radioattivi italiani, in gran parte in forma liquida. Dovevano essere solidificati trent'anni fa, e invece sono ancora lì. Insieme a cinque chili di plutonio, una quantità sufficiente a uccidere cinquanta milioni di persone: un decimo di milligrammo, se inspirato, costituisce ufficialmente una dose mortale. Millecinquecento metri più a valle c'è il più grande acquedotto del Piemonte, e quando il fiume è in piena, chi sa trema. Ma in silenzio. Ci sono depositi di rifiuti radioattivi un po' ovunque nel Paese. Gli scarichi di routine dei centri nucleari finiscono nei fiumi e nei laghi, ma nessuno sembra notarlo. Sotto il terreno bresciano sono stipate quaranta bombe atomiche, altre cinquanta ad Aviano: secondo un rapporto del Dipartimento della Difesa Usa, nelle basi italiane ci sono problemi di edifici di supporto, alle recinzioni dei depositi, all'illuminazione e ai sistemi di sicurezza, mentre a guardia delle basi vi sono soldati di leva con pochi mesi di addestramento. Anche questo, di certo, sette italiani su dieci lo ignorano. In Italia due referendum hanno detto no all'atomo. Ma il nucleare è qui, sotto i nostri piedi. E nessuno vuole farcelo sapere.