La Biblioteca come luogo terzo
La Biblioteca è:
-Prima di tutto un luogo di vita, e poi di cultura.
-Un luogo aperto, comodo, accessibile
-Un luogo necessario alla coesione sociale, dove ci si mescola con gli altri, si vive bene insieme agli altri di età diverse e si ritrova fiducia nel prossimo.
-Un servizio pubblico che permette a studenti e ad un pubblico di altro tipo di leggere, studiare, lavorare soli o in gruppo; è un vero e proprio mezzo di emancipazione.
-Una living room della città e uno strumento di legame sociale.
-Un luogo dove chiunque può trovare un rifugio, uno sbocco, un legame sociale, senza obbligo di consumazione e in un contesto dove si impara il rispetto reciproco.
-Un luogo dove tutti si sentono cittadini rispettati.
-Un luogo della coabitazione interetnica.
-Un laboratorio di costruzione sociale.
-Un luogo in cui ciascuno si trova in una posizione di uguaglianza con gli altri, ciò che è alla base del principio di cittadinanza.
-Un luogo di amicizia e condivisione (p. 184).
-Un luogo di riferimento nella vita dei nuovi arrivati (immigrati) (p. 29) Quando uno di essi porta a termine l’iter amministrativo in Comune, viene invitato a iscriversi alla biblioteca (p. 30)
-Uno spazio di scoperta (p. 148): uno strumento per organizzare la scoperta (parafrasando B. Chatwin)
-Uno spazio di sperimentazione (p. 150) e tolleranza, con al centro l’utente
La biblioteca ha come obiettivo:
-Consentire la mescolanza sociale e culturale.
-Proporre una cultura che celebri le dissonanze culturali (p. 33)
-Sostenere attivamente le iniziative della cittadinanza di condivisione della conoscenza (p. 38)
-Favorire il vivere bene insieme e nutrire il sentimento di fiducia.
-Facilitare, cioè aiutare a familiarizzare con il modo in cui funziona una società, fare da setaccio di integrazione
-Aiutare ad apprendere e preservare e trasmettere una memoria collettiva (p. 48)
-Dare ad ogni lettore il suo libro (legge di Ranganathan)
-Articolarsi con altri servizi culturali (museo, galleria d’arte, archivio) e non (informagiovani, centri giovanili, associazioni di volontariato) (p. 51)
- Organizzare attività laboratoriali nelle quali persone che magari non leggono o non sono particolarmente istruite, possono in quelle occasioni ritrovarsi nel ruolo di chi sa e quindi ottenere un riconoscimento sociale (p. 171). Nei laboratori l’utente è attivo, nelle conferenze è passivo. (p. 172)
La biblioteca non è:
-Destinata a nessun pubblico in modo esclusivo
-Specializzata in alcuna particolare attività.
-Un luogo sacro
La biblioteca deve ricordarsi che:
-La lettura rappresenta un vantaggio come sistema privilegiato di apprendimento (p. 47)
-Vi è bisogno di un luogo fisico rinforzato dalla dematerializzazione del sapere e delle reti
-Il desiderio di collettivo non è stato abolito dall’individualismo consumista (p. 46)
La biblioteca deve considerare:
-Le nuove forme di sapere e loro circolazione
-Le competenze mobilitate
-Nuovi modelli di servizio
-Le modalità di intervento del pubblico
Le sette caratteristiche dei luoghi terzi (secondo Ray Oldenburg)
-Spazio neutro, accessibile a piacimento
-Spazio inclusivo che livella le differenze tra persone e favorisce gli incontri
-Come una seconda casa che offre ospitalità, calore, conforto psicologico
-Possibilità di scambi conversazionali
-Spazio simpatico e accomodante
-Spazio generatore di confidenza e convivialità
-Spazio divertente e ludico
Tratto da: La biblioteca come luogo terzo, a cura di Amandine Jacquet, Ledizioni, 2018.
La Biblioteca come luogo terzo
La Biblioteca è:
-Prima di tutto un luogo di vita, e poi di cultura.
-Un luogo aperto, comodo, accessibile
-Un luogo necessario alla coesione sociale, dove ci si mescola con gli altri, si vive bene insieme agli altri di età diverse e si ritrova fiducia nel prossimo.
-Un servizio pubblico che permette a studenti e ad un pubblico di altro tipo di leggere, studiare, lavorare soli o in gruppo; è un vero e proprio mezzo di emancipazione.
-Una living room della città e uno strumento di legame sociale.
-Un luogo dove chiunque può trovare un rifugio, uno sbocco, un legame sociale, senza obbligo di consumazione e in un contesto dove si impara il rispetto reciproco.
-Un luogo dove tutti si sentono cittadini rispettati.
-Un luogo della coabitazione interetnica.
-Un laboratorio di costruzione sociale.
-Un luogo in cui ciascuno si trova in una posizione di uguaglianza con gli altri, ciò che è alla base del principio di cittadinanza.
-Un luogo di amicizia e condivisione (p. 184).
-Un luogo di riferimento nella vita dei nuovi arrivati (immigrati) (p. 29) Quando uno di essi porta a termine l’iter amministrativo in Comune, viene invitato a iscriversi alla biblioteca (p. 30)
-Uno spazio di scoperta (p. 148): uno strumento per organizzare la scoperta (parafrasando B. Chatwin)
-Uno spazio di sperimentazione (p. 150) e tolleranza, con al centro l’utente
La biblioteca ha come obiettivo:
-Consentire la mescolanza sociale e culturale.
-Proporre una cultura che celebri le dissonanze culturali (p. 33)
-Sostenere attivamente le iniziative della cittadinanza di condivisione della conoscenza (p. 38)
-Favorire il vivere bene insieme e nutrire il sentimento di fiducia.
-Facilitare, cioè aiutare a familiarizzare con il modo in cui funziona una società, fare da setaccio di integrazione
-Aiutare ad apprendere e preservare e trasmettere una memoria collettiva (p. 48)
-Dare ad ogni lettore il suo libro (legge di Ranganathan)
-Articolarsi con altri servizi culturali (museo, galleria d’arte, archivio) e non (informagiovani, centri giovanili, associazioni di volontariato) (p. 51)
- Organizzare attività laboratoriali nelle quali persone che magari non leggono o non sono particolarmente istruite, possono in quelle occasioni ritrovarsi nel ruolo di chi sa e quindi ottenere un riconoscimento sociale (p. 171). Nei laboratori l’utente è attivo, nelle conferenze è passivo. (p. 172)
La biblioteca non è:
-Destinata a nessun pubblico in modo esclusivo
-Specializzata in alcuna particolare attività.
-Un luogo sacro
La biblioteca deve ricordarsi che:
-La lettura rappresenta un vantaggio come sistema privilegiato di apprendimento (p. 47)
-Vi è bisogno di un luogo fisico rinforzato dalla dematerializzazione del sapere e delle reti
-Il desiderio di collettivo non è stato abolito dall’individualismo consumista (p. 46)
La biblioteca deve considerare:
-Le nuove forme
La Biblioteca come luogo terzo
La Biblioteca è:
-Prima di tutto un luogo di vita, e poi di cultura.
-Un luogo aperto, comodo, accessibile
-Un luogo necessario alla coesione sociale, dove ci si mescola con gli altri, si vive bene insieme agli altri di età diverse e si ritrova fiducia nel prossimo.
-Un servizio pubblico che permette a studenti e ad un pubblico di altro tipo di leggere, studiare, lavorare soli o in gruppo; è un vero e proprio mezzo di emancipazione.
-Una living room della città e uno strumento di legame sociale.
-Un luogo dove chiunque può trovare un rifugio, uno sbocco, un legame sociale, senza obbligo di consumazione e in un contesto dove si impara il rispetto reciproco.
-Un luogo dove tutti si sentono cittadini rispettati.
-Un luogo della coabitazione interetnica.
-Un laboratorio di costruzione sociale.
-Un luogo in cui ciascuno si trova in una posizione di uguaglianza con gli altri, ciò che è alla base del principio di cittadinanza.
-Un luogo di amicizia e condivisione (p. 184).
-Un luogo di riferimento nella vita dei nuovi arrivati (immigrati) (p. 29) Quando uno di essi porta a termine l’iter amministrativo in Comune, viene invitato a iscriversi alla biblioteca (p. 30)
-Uno spazio di scoperta (p. 148): uno strumento per organizzare la scoperta (parafrasando B. Chatwin)
-Uno spazio di sperimentazione (p. 150) e tolleranza, con al centro l’utente
La biblioteca ha come obiettivo:
-Consentire la mescolanza sociale e culturale.
-Proporre una cultura che celebri le dissonanze culturali (p. 33)
-Sostenere attivamente le iniziative della cittadinanza di condivisione della conoscenza (p. 38)
-Favorire il vivere bene insieme e nutrire il sentimento di fiducia.
-Facilitare, cioè aiutare a familiarizzare con il modo in cui funziona una società, fare da setaccio di integrazione
-Aiutare ad apprendere e preservare e trasmettere una memoria collettiva (p. 48)
-Dare ad ogni lettore il suo libro (legge di Ranganathan)
-Articolarsi con altri servizi culturali (museo, galleria d’arte, archivio) e non (informagiovani, centri giovanili, associazioni di volontariato) (p. 51)
- Organizzare attività laboratoriali nelle quali persone che magari non leggono o non sono particolarmente istruite, possono in quelle occasioni ritrovarsi nel ruolo di chi sa e quindi ottenere un riconoscimento sociale (p. 171). Nei laboratori l’utente è attivo, nelle conferenze è passivo. (p. 172)
La biblioteca non è:
-Destinata a nessun pubblico in modo esclusivo
-Specializzata in alcuna particolare attività.
-Un luogo sacro
La biblioteca deve ricordarsi che:
-La lettura rappresenta un vantaggio come sistema privilegiato di apprendimento (p. 47)
-Vi è bisogno di un luogo fisico rinforzato dalla dematerializzazione del sapere e delle reti
-Il desiderio di collettivo non è stato abolito dall’individualismo consumista (p. 46)
La biblioteca deve considerare:
-Le nuove forme di sapere e loro circolazione
-Le competenze mobilitate
-Nuovi modelli di servizio
-Le modalità di intervento del pubblico
Le sette caratteristiche dei luoghi terzi (secondo Ray Oldenburg)
-Spazio neutro, accessibile a piacimento
-Spazio inclusivo che livella le differenze tra persone e favorisce gli incontri
-Come una seconda casa che offre ospitalità, calore, conforto psicologico
-Possibilità di scambi conversazionali
-Spazio simpatico e accomodante
-Spazio generatore di confidenza e convivialità
-Spazio divertente e ludico
Tratto da: La biblioteca come luogo terzo, a cura di Amandine Jacquet, Ledizioni, 2018.
La Biblioteca come luogo terzo
La Biblioteca è:
-Prima di tutto un luogo di vita, e poi di cultura.
-Un luogo aperto, comodo, accessibile
-Un luogo necessario alla coesione sociale, dove ci si mescola con gli altri, si vive bene insieme agli altri di età diverse e si ritrova fiducia nel prossimo.
-Un servizio pubblico che permette a studenti e ad un pubblico di altro tipo di leggere, studiare, lavorare soli o in gruppo; è un vero e proprio mezzo di emancipazione.
-Una living room della città e uno strumento di legame sociale.
-Un luogo dove chiunque può trovare un rifugio, uno sbocco, un legame sociale, senza obbligo di consumazione e in un contesto dove si impara il rispetto reciproco.
-Un luogo dove tutti si sentono cittadini rispettati.
-Un luogo della coabitazione interetnica.
-Un laboratorio di costruzione sociale.
-Un luogo in cui ciascuno si trova in una posizione di uguaglianza con gli altri, ciò che è alla base del principio di cittadinanza.
-Un luogo di amicizia e condivisione (p. 184).
-Un luogo di riferimento nella vita dei nuovi arrivati (immigrati) (p. 29) Quando uno di essi porta a termine l’iter amministrativo in Comune, viene invitato a iscriversi alla biblioteca (p. 30)
-Uno spazio di scoperta (p. 148): uno strumento per organizzare la scoperta (parafrasando B. Chatwin)
-Uno spazio di sperimentazione (p. 150) e tolleranza, con al centro l’utente
La biblioteca ha come obiettivo:
-Consentire la mescolanza sociale e culturale.
-Proporre una cultura che celebri le dissonanze culturali (p. 33)
-Sostenere attivamente le iniziative della cittadinanza di condivisione della conoscenza (p. 38)
-Favorire il vivere bene insieme e nutrire il sentimento di fiducia.
-Facilitare, cioè aiutare a familiarizzare con il modo in cui funziona una società, fare da setaccio di integrazione
-Aiutare ad apprendere e preservare e trasmettere una memoria collettiva (p. 48)
-Dare ad ogni lettore il suo libro (legge di Ranganathan)
-Articolarsi con altri servizi culturali (museo, galleria d’arte, archivio) e non (informagiovani, centri giovanili, associazioni di volontariato) (p. 51)
- Organizzare attività laboratoriali nelle quali persone che magari non leggono o non sono particolarmente istruite, possono in quelle occasioni ritrovarsi nel ruolo di chi sa e quindi ottenere un riconoscimento sociale (p. 171). Nei laboratori l’utente è attivo, nelle conferenze è passivo. (p. 172)
La biblioteca non è:
-Destinata a nessun pubblico in modo esclusivo
-Specializzata in alcuna particolare attività.
-Un luogo sacro
La biblioteca deve ricordarsi che:
-La lettura rappresenta un vantaggio come sistema privilegiato di apprendimento (p. 47)
-Vi è bisogno di un luogo fisico rinforzato dalla dematerializzazione del sapere e delle reti
-Il desiderio di collettivo non è stato abolito dall’individualismo consumista (p. 46)
La biblioteca deve considerare:
-Le nuove forme di sapere e loro circolazione
-Le competenze mobilitate
-Nuovi modelli di servizio
-Le modalità di intervento del pubblico
Le sette caratteristiche dei luoghi terzi (secondo Ray Oldenburg)
-Spazio neutro, accessibile a piacimento
-Spazio inclusivo che livella le differenze tra persone e favorisce gli incontri
-Come una seconda casa che offre ospitalità, calore, conforto psicologico
-Possibilità di scambi conversazionali
-Spazio simpatico e accomodante
-Spazio generatore di confidenza e convivialità
-Spazio divertente e ludico
Tratto da: La biblioteca come luogo terzo, a cura di Amandine Jacquet, Ledizioni, 2018.
di sapere e loro circolazione
-Le competenze mobilitate
-Nuovi modelli di servizio
-Le modalità di intervento del pubblico
Le sette caratteristiche dei luoghi terzi (secondo Ray Oldenburg)
-Spazio neutro, accessibile a piacimento
-Spazio inclusivo che livella le differenze tra persone e favorisce gli incontri
-Come una seconda casa che offre ospitalità, calore, conforto psicologico
-Possibilità di scambi conversazionali
-Spazio simpatico e accomodante
-Spazio generatore di confidenza e convivialità
-Spazio divertente e ludico
Tratto da: La biblioteca come luogo terzo, a cura di Amandine Jacquet, Ledizioni, 2018.