Biblioteca Comunale "Luigi Parazzi" - Viadana

Biblioteca Comunale "Luigi Parazzi" - Viadana

Biblioteca luogo terzo

 

La Biblioteca come luogo terzo

La Biblioteca è:

-Prima di tutto un luogo di vita, e poi di cultura.

-Un luogo aperto, comodo, accessibile

-Un luogo necessario alla coesione sociale, dove ci si mescola con gli altri, si vive bene insieme agli altri di età diverse e si ritrova fiducia nel prossimo.

-Un servizio pubblico che permette a studenti e ad un pubblico di altro tipo di leggere, studiare, lavorare soli o in gruppo; è un vero e proprio mezzo di emancipazione.

-Una living room della città e uno strumento di legame sociale.

-Un luogo dove chiunque può trovare un rifugio, uno sbocco, un legame sociale, senza obbligo di consumazione e in un contesto dove si impara il rispetto reciproco.

-Un luogo dove tutti si sentono cittadini rispettati.

-Un luogo della coabitazione interetnica.

-Un laboratorio di costruzione sociale.

-Un luogo in cui ciascuno si trova in una posizione di uguaglianza con gli altri, ciò che è alla base del principio di cittadinanza.

-Un luogo di amicizia e condivisione (p. 184).

-Un luogo di riferimento nella vita dei nuovi arrivati (immigrati) (p. 29) Quando uno di essi porta a termine l’iter amministrativo in Comune, viene invitato a iscriversi alla biblioteca (p. 30)

-Uno spazio di scoperta (p. 148): uno strumento per organizzare la scoperta (parafrasando B. Chatwin)

-Uno spazio di sperimentazione (p. 150) e tolleranza, con al centro l’utente

 

La biblioteca ha come obiettivo:

-Consentire la mescolanza sociale e culturale.

-Proporre una cultura che celebri le dissonanze culturali (p. 33)

-Sostenere attivamente le iniziative della cittadinanza di condivisione della conoscenza (p. 38)

-Favorire il vivere bene insieme e nutrire il sentimento di fiducia.

-Facilitare, cioè aiutare a familiarizzare con il modo in cui funziona una società, fare da setaccio di integrazione

-Aiutare ad apprendere e preservare e trasmettere una memoria collettiva (p. 48)

-Dare ad ogni lettore il suo libro (legge di Ranganathan)

-Articolarsi con altri servizi culturali (museo, galleria d’arte, archivio) e non (informagiovani, centri giovanili, associazioni di volontariato) (p. 51)

- Organizzare attività laboratoriali nelle quali persone che magari non leggono o non sono particolarmente istruite, possono in quelle occasioni ritrovarsi nel ruolo di chi sa e quindi ottenere un riconoscimento sociale (p. 171). Nei laboratori l’utente è attivo, nelle conferenze è passivo. (p. 172)

La biblioteca non è:

-Destinata a nessun pubblico in modo esclusivo

-Specializzata in alcuna particolare attività.

-Un luogo sacro

La biblioteca deve ricordarsi che:

-La lettura rappresenta un vantaggio come sistema privilegiato di apprendimento (p. 47)

-Vi è bisogno di un luogo fisico rinforzato dalla dematerializzazione del sapere e delle reti

-Il desiderio di collettivo non è stato abolito dall’individualismo consumista (p. 46)

 

La biblioteca deve considerare:

-Le nuove forme di sapere e loro circolazione

-Le competenze mobilitate

-Nuovi modelli di servizio

-Le modalità di intervento del pubblico

 

Le sette caratteristiche dei luoghi terzi (secondo Ray Oldenburg)

-Spazio neutro, accessibile a piacimento

-Spazio inclusivo che livella le differenze tra persone e favorisce gli incontri

-Come una seconda casa che offre ospitalità, calore, conforto psicologico

-Possibilità di scambi conversazionali

-Spazio simpatico e accomodante

-Spazio generatore di confidenza e convivialità

-Spazio divertente e ludico

 

Tratto da: La biblioteca come luogo terzo, a cura di Amandine Jacquet, Ledizioni, 2018.

 

La Biblioteca come luogo terzo

La Biblioteca è:

-Prima di tutto un luogo di vita, e poi di cultura.

-Un luogo aperto, comodo, accessibile

-Un luogo necessario alla coesione sociale, dove ci si mescola con gli altri, si vive bene insieme agli altri di età diverse e si ritrova fiducia nel prossimo.

-Un servizio pubblico che permette a studenti e ad un pubblico di altro tipo di leggere, studiare, lavorare soli o in gruppo; è un vero e proprio mezzo di emancipazione.

-Una living room della città e uno strumento di legame sociale.

-Un luogo dove chiunque può trovare un rifugio, uno sbocco, un legame sociale, senza obbligo di consumazione e in un contesto dove si impara il rispetto reciproco.

-Un luogo dove tutti si sentono cittadini rispettati.

-Un luogo della coabitazione interetnica.

-Un laboratorio di costruzione sociale.

-Un luogo in cui ciascuno si trova in una posizione di uguaglianza con gli altri, ciò che è alla base del principio di cittadinanza.

-Un luogo di amicizia e condivisione (p. 184).

-Un luogo di riferimento nella vita dei nuovi arrivati (immigrati) (p. 29) Quando uno di essi porta a termine l’iter amministrativo in Comune, viene invitato a iscriversi alla biblioteca (p. 30)

-Uno spazio di scoperta (p. 148): uno strumento per organizzare la scoperta (parafrasando B. Chatwin)

-Uno spazio di sperimentazione (p. 150) e tolleranza, con al centro l’utente

 

La biblioteca ha come obiettivo:

-Consentire la mescolanza sociale e culturale.

-Proporre una cultura che celebri le dissonanze culturali (p. 33)

-Sostenere attivamente le iniziative della cittadinanza di condivisione della conoscenza (p. 38)

-Favorire il vivere bene insieme e nutrire il sentimento di fiducia.

-Facilitare, cioè aiutare a familiarizzare con il modo in cui funziona una società, fare da setaccio di integrazione

-Aiutare ad apprendere e preservare e trasmettere una memoria collettiva (p. 48)

-Dare ad ogni lettore il suo libro (legge di Ranganathan)

-Articolarsi con altri servizi culturali (museo, galleria d’arte, archivio) e non (informagiovani, centri giovanili, associazioni di volontariato) (p. 51)

- Organizzare attività laboratoriali nelle quali persone che magari non leggono o non sono particolarmente istruite, possono in quelle occasioni ritrovarsi nel ruolo di chi sa e quindi ottenere un riconoscimento sociale (p. 171). Nei laboratori l’utente è attivo, nelle conferenze è passivo. (p. 172)

La biblioteca non è:

-Destinata a nessun pubblico in modo esclusivo

-Specializzata in alcuna particolare attività.

-Un luogo sacro

La biblioteca deve ricordarsi che:

-La lettura rappresenta un vantaggio come sistema privilegiato di apprendimento (p. 47)

-Vi è bisogno di un luogo fisico rinforzato dalla dematerializzazione del sapere e delle reti

-Il desiderio di collettivo non è stato abolito dall’individualismo consumista (p. 46)

 

La biblioteca deve considerare:

-Le nuove forme 

La Biblioteca come luogo terzo

La Biblioteca è:

-Prima di tutto un luogo di vita, e poi di cultura.

-Un luogo aperto, comodo, accessibile

-Un luogo necessario alla coesione sociale, dove ci si mescola con gli altri, si vive bene insieme agli altri di età diverse e si ritrova fiducia nel prossimo.

-Un servizio pubblico che permette a studenti e ad un pubblico di altro tipo di leggere, studiare, lavorare soli o in gruppo; è un vero e proprio mezzo di emancipazione.

-Una living room della città e uno strumento di legame sociale.

-Un luogo dove chiunque può trovare un rifugio, uno sbocco, un legame sociale, senza obbligo di consumazione e in un contesto dove si impara il rispetto reciproco.

-Un luogo dove tutti si sentono cittadini rispettati.

-Un luogo della coabitazione interetnica.

-Un laboratorio di costruzione sociale.

-Un luogo in cui ciascuno si trova in una posizione di uguaglianza con gli altri, ciò che è alla base del principio di cittadinanza.

-Un luogo di amicizia e condivisione (p. 184).

-Un luogo di riferimento nella vita dei nuovi arrivati (immigrati) (p. 29) Quando uno di essi porta a termine l’iter amministrativo in Comune, viene invitato a iscriversi alla biblioteca (p. 30)

-Uno spazio di scoperta (p. 148): uno strumento per organizzare la scoperta (parafrasando B. Chatwin)

-Uno spazio di sperimentazione (p. 150) e tolleranza, con al centro l’utente

 

La biblioteca ha come obiettivo:

-Consentire la mescolanza sociale e culturale.

-Proporre una cultura che celebri le dissonanze culturali (p. 33)

-Sostenere attivamente le iniziative della cittadinanza di condivisione della conoscenza (p. 38)

-Favorire il vivere bene insieme e nutrire il sentimento di fiducia.

-Facilitare, cioè aiutare a familiarizzare con il modo in cui funziona una società, fare da setaccio di integrazione

-Aiutare ad apprendere e preservare e trasmettere una memoria collettiva (p. 48)

-Dare ad ogni lettore il suo libro (legge di Ranganathan)

-Articolarsi con altri servizi culturali (museo, galleria d’arte, archivio) e non (informagiovani, centri giovanili, associazioni di volontariato) (p. 51)

- Organizzare attività laboratoriali nelle quali persone che magari non leggono o non sono particolarmente istruite, possono in quelle occasioni ritrovarsi nel ruolo di chi sa e quindi ottenere un riconoscimento sociale (p. 171). Nei laboratori l’utente è attivo, nelle conferenze è passivo. (p. 172)

La biblioteca non è:

-Destinata a nessun pubblico in modo esclusivo

-Specializzata in alcuna particolare attività.

-Un luogo sacro

La biblioteca deve ricordarsi che:

-La lettura rappresenta un vantaggio come sistema privilegiato di apprendimento (p. 47)

-Vi è bisogno di un luogo fisico rinforzato dalla dematerializzazione del sapere e delle reti

-Il desiderio di collettivo non è stato abolito dall’individualismo consumista (p. 46)

 

La biblioteca deve considerare:

-Le nuove forme di sapere e loro circolazione

-Le competenze mobilitate

-Nuovi modelli di servizio

-Le modalità di intervento del pubblico

 

Le sette caratteristiche dei luoghi terzi (secondo Ray Oldenburg)

-Spazio neutro, accessibile a piacimento

-Spazio inclusivo che livella le differenze tra persone e favorisce gli incontri

-Come una seconda casa che offre ospitalità, calore, conforto psicologico

-Possibilità di scambi conversazionali

-Spazio simpatico e accomodante

-Spazio generatore di confidenza e convivialità

-Spazio divertente e ludico

 

Tratto da: La biblioteca come luogo terzo, a cura di Amandine Jacquet, Ledizioni, 2018.

La Biblioteca come luogo terzo

La Biblioteca è:

-Prima di tutto un luogo di vita, e poi di cultura.

-Un luogo aperto, comodo, accessibile

-Un luogo necessario alla coesione sociale, dove ci si mescola con gli altri, si vive bene insieme agli altri di età diverse e si ritrova fiducia nel prossimo.

-Un servizio pubblico che permette a studenti e ad un pubblico di altro tipo di leggere, studiare, lavorare soli o in gruppo; è un vero e proprio mezzo di emancipazione.

-Una living room della città e uno strumento di legame sociale.

-Un luogo dove chiunque può trovare un rifugio, uno sbocco, un legame sociale, senza obbligo di consumazione e in un contesto dove si impara il rispetto reciproco.

-Un luogo dove tutti si sentono cittadini rispettati.

-Un luogo della coabitazione interetnica.

-Un laboratorio di costruzione sociale.

-Un luogo in cui ciascuno si trova in una posizione di uguaglianza con gli altri, ciò che è alla base del principio di cittadinanza.

-Un luogo di amicizia e condivisione (p. 184).

-Un luogo di riferimento nella vita dei nuovi arrivati (immigrati) (p. 29) Quando uno di essi porta a termine l’iter amministrativo in Comune, viene invitato a iscriversi alla biblioteca (p. 30)

-Uno spazio di scoperta (p. 148): uno strumento per organizzare la scoperta (parafrasando B. Chatwin)

-Uno spazio di sperimentazione (p. 150) e tolleranza, con al centro l’utente

 

La biblioteca ha come obiettivo:

-Consentire la mescolanza sociale e culturale.

-Proporre una cultura che celebri le dissonanze culturali (p. 33)

-Sostenere attivamente le iniziative della cittadinanza di condivisione della conoscenza (p. 38)

-Favorire il vivere bene insieme e nutrire il sentimento di fiducia.

-Facilitare, cioè aiutare a familiarizzare con il modo in cui funziona una società, fare da setaccio di integrazione

-Aiutare ad apprendere e preservare e trasmettere una memoria collettiva (p. 48)

-Dare ad ogni lettore il suo libro (legge di Ranganathan)

-Articolarsi con altri servizi culturali (museo, galleria d’arte, archivio) e non (informagiovani, centri giovanili, associazioni di volontariato) (p. 51)

- Organizzare attività laboratoriali nelle quali persone che magari non leggono o non sono particolarmente istruite, possono in quelle occasioni ritrovarsi nel ruolo di chi sa e quindi ottenere un riconoscimento sociale (p. 171). Nei laboratori l’utente è attivo, nelle conferenze è passivo. (p. 172)

La biblioteca non è:

-Destinata a nessun pubblico in modo esclusivo

-Specializzata in alcuna particolare attività.

-Un luogo sacro

La biblioteca deve ricordarsi che:

-La lettura rappresenta un vantaggio come sistema privilegiato di apprendimento (p. 47)

-Vi è bisogno di un luogo fisico rinforzato dalla dematerializzazione del sapere e delle reti

-Il desiderio di collettivo non è stato abolito dall’individualismo consumista (p. 46)

 

La biblioteca deve considerare:

-Le nuove forme di sapere e loro circolazione

-Le competenze mobilitate

-Nuovi modelli di servizio

-Le modalità di intervento del pubblico

 

Le sette caratteristiche dei luoghi terzi (secondo Ray Oldenburg)

-Spazio neutro, accessibile a piacimento

-Spazio inclusivo che livella le differenze tra persone e favorisce gli incontri

-Come una seconda casa che offre ospitalità, calore, conforto psicologico

-Possibilità di scambi conversazionali

-Spazio simpatico e accomodante

-Spazio generatore di confidenza e convivialità

-Spazio divertente e ludico

 

Tratto da: La biblioteca come luogo terzo, a cura di Amandine Jacquet, Ledizioni, 2018.

 

di sapere e loro circolazione

-Le competenze mobilitate

-Nuovi modelli di servizio

-Le modalità di intervento del pubblico

 

Le sette caratteristiche dei luoghi terzi (secondo Ray Oldenburg)

-Spazio neutro, accessibile a piacimento

-Spazio inclusivo che livella le differenze tra persone e favorisce gli incontri

-Come una seconda casa che offre ospitalità, calore, conforto psicologico

-Possibilità di scambi conversazionali

-Spazio simpatico e accomodante

-Spazio generatore di confidenza e convivialità

-Spazio divertente e ludico

 

Tratto da: La biblioteca come luogo terzo, a cura di Amandine Jacquet, Ledizioni, 2018.