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Fermate il boia - Agatha Christie
E´ indubbia la capacità di Agathe Christie di cambiare le caratteristiche dei suoi protagonisti: con Miss Marple entra in gioco l´intuito, il particolare intuito femminile, grazie al quale si riesce a incastrare il colpevole; con Hercules Poirot invece è una fitta e intricata ragnatela che l´investigatore costruisce intorno a sé, una sorta di bozzolo, dal quale, svolgendo il filo, si viene a capo di un delitto. In entrambi i protagonisti c´è una caratteristica comune: non sono sposati, non è che conducano un´esistenza solitaria, semplicemente non hanno inteso legarsi a qualche altro essere umano, e il fatto strano è che non era dello stesso avviso la giallista inglese, visto che si sposò ben due volte.
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Amarcord Mantova - Renzo Dall'Ara
A consigliarmi la lettura di questo libro è stata mia cugina che, nata alcuni anni prima di me, ha ritrovato nelle pagine un po´ del suo passato, perché Amarcord Mantova è una specie di autobiografia dell´autore, densa di eventi, di personaggi soprattutto locali, che per un mantovano è un piacere poter rammentare. In questo posso dire che il libro ha la chiave del suo successo, in questa memoria storica capace di raccontare con semplicità un mondo che progressivamente sempre più in pochi ricorderemo; tuttavia farei un torto a Renzo Dall´Ara se gli riconoscessi solo questi meriti, perché in realtà, grazie ai suoi molteplici interessi, anche molti non mantovani possono avere un gradimento nello scorrere le pagine che fluiscono costanti come un grande fiume, come appunto il Po che solca queste terre virgiliane.
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I meccanismi dell'editoria - Roberto Cicala
Io l'ho usato come libro di testo per un esame all'università e l'ho trovato ottimo. È scritto bene, è interessante e chiaro. Soprattutto è abbastanza recente, caratteristica importante in un settore in continuo sviluppo come quello editoriale. AURORA TOGNI - 10 mesi fa |
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La sfida del vaccino - Albert Bourla
200 pagine per spiegare l'assurdità che se una donna in 9 mesi riesce a partorire 1 bambino allora 9 donne, se si impegnano, in 1 mese riescono farne partorire 1.
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Nevicava sangue - Eraldo Baldini
Occorre andare all´inferno e poi ritornare per poter reclamare la propria dignità di essere umano, per poter rialzare la testa e non essere più un servo della gleba. Francesco Mambelli, un mandriano di ventisei anni, che vive miseramente con la madre e con la figlioletta in una fattoria romagnola, è un uomo umile e tranquillo che si accontenta della sua condizione quasi che fosse naturale essere sottomessi a un padrone che tutto vuole e nulla dà. Il Morri, così si chiama il proprietario di quell´azienda, gli propone di sostituire il figlio nella chiamata alle armi, una proposta che è accompagnata dalla promessa di mantenere durante la sua assenza i familiari e da un congruo premio al ritorno. Se non dovesse accettare, però, ci sarebbe l´immediato licenziamento e così, con dolore, Francesco accetta, si arruola ed entra a far parte della napoleonica grande armata che si appresta a invadere la Russia. Se la marcia di avvicinamento a quel grande paese e poi la sua invasione fino ad arrivare a Mosca è già una tragedia, con le truppe in preda ai morsi della fame e a epidemie varie che le decimano, il ritorno, o meglio la ritirata, in un inferno di neve, di freddo e di fuoco, è un incubo. E´ vero, però, che certe prove fortificano gli uomini e infatti Francesco, che riesce a tornare a casa fra mille peripezie, si ritrova con l´animo indurito, ma soprattutto consapevole delle sue possibilità, e lo dimostra chiaramente nel verificare quanto accaduto in sua assenza.
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Il martire fascista - Adriano Sofri
Il martire fascista è Francesco Sottostanti, un siciliano maestro di scuola elementare che, finita la Grande Guerra, va a insegnare a Gorizia, città da pochissimo annessa all´Italia e che pertanto, secondo Mussolini, ha necessità di essere italianizzata, anche usando le maniere forti, fra le quali il divieto dell´uso dello sloveno e l´imposizione della nostra lingua. Però nel 1930, nelle vicinanze di Gorizia, Francesco sottostanti viene ucciso a fucilate davanti alla porta della sua abitazione da alcuni antifascisti sloveni che tuttavia sbagliano il reale obiettivo, in quanto quello che doveva essere eliminato era suo fratello Ugo, un personaggio violento, che compiva soprusi sui bambini della sua classe e che puniva anche l´involontario ricorso allo sloveno per una sola parola aprendo la loro la bocca e sputandovi dentro, comportamento tanto più esecrabile ove si consideri che l´uomo era affetto da tubercolosi. Ad ogni buon conto l´occasione è favorevole per dare così vita a un martire fascista, con tutta la vuota retorica che ne consegue. Presto si accorgono dell´errore sia i sicari che la polizia; però l´interesse, comune, è di far finta di niente, perché per gli antifascisti sloveni sarebbe l´ammissione di un imperdonabile errore e per i fascisti invece vorrebbe dire fare marcia indietro nell´elogio del martire, dimostrando che il vero obiettivo, Ugo Sottostanti, molto più fascista del fratello ucciso, era un individuo ripugnante.
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Il centurione di Augusto - Guido Cervo
La più grande disfatta dell´esercito romano dopo Canne avvenne il 9 d.C., nella selva di Teutoburgo, allorchè tre legioni, sotto il comando di Publio Quintilio Varo, attirate in un tranello da Arminio, ufficiale delle truppe ausiliarie dello stesso Varo, furono letteralmente fatte a pezzi da una coalizione di tribù germaniche. Data la risonanza dell´evento, a parte i saggi storici, sono stati scritti anche diversi romanzi e fra questi uno dall´esperto Guido Cervo. Il centurione di Augusto è la storia di Calidio, ufficiale romano, presente alla battaglia nella selva e che riesce avventurosamente a scampare al massacro, ben consapevole tuttavia che a seguito della perdita dell´aquila, l´insegna simbolo della sua legione, risulterà agli occhi di tutti gravemente disonorato e subirà delle conseguenze pesanti, prima fra tutte la privazione dell´indennità che gli spetterebbe alla fine di quella ferma che dovrebbe avvenire a breve. La sua vicenda si intreccia con quelle di altri superstiti, non solo militari, ma anche civili e fra questi due donne, con una delle quali vige da tempo una reciproca simpatia che finirà con il diventare amore.
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Lo specchio delle nostre miserie - Pierre Lemaitre
Per me, il migliore della trilogia. I personaggi non sono macchiette o tipi, ma sono tridimensionali. L'intreccio è accattivante e ben costruito. Sicuramente l'ambientazione della Parigi allo scoppio della Seconda guerra mondiale è di grande impatto, forse di più rispetto alle ambientazioni precedenti AURORA TOGNI - 10 mesi fa |
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L'ultima fortezza - di Bernard Cornwell
Bernard Cornwell è scrittore di lungo corso di romanzi storici, trovando spunto per i suoi lavori da eventi, soprattutto battaglie, un po´ in tutte le epoche, visto che per fortuna sua e malasorte dell´umanità di guerre ce ne sono sempre state in abbondanza. Questa volta, con L´ultima fortezza, narra di un epico scontro durante la guerra di indipendenza americana fra gli inglesi e i ribelli americani. Preciso che il fatto è accaduto veramente e anche come descritto nella narrazione, con poche modifiche della realtà e con la creazione di uno sparuto numero di personaggi di pura fantasia. Come sempre non si può che apprezzare l´indubbia abilità nel parlare della natura dei luoghi in cui si svolgono i fatti, così come puntuale e direi meticolosa è la caratterizzazione dei protagonisti, fra cui spicca un giovane ufficiale, John Moore, un nome dimenticato, ma che è stato un eroe nel difendere l´avamposto inglese a cui era stato comandato, una fortezza che diventò inespugnabile per i ribelli americani, ben superiori di numero alle truppe britanniche; è fuor di dubbio il coraggio del giovane ufficiale inglese, ma c´è da rilevare che nella sua impresa fu aiutato non poco dalla disorganizzazione e dall´incapacità dei due comandanti nemici, quello delle forze di terra e quello delle forze di mare. Quindi il libro si presta a una lettura appassionante, benché debba imputare all´autore un ritmo, secondo me, troppo lento, anche nelle fasi degli scontri, che invece dovrebbero essere frenetiche. E´ un appunto che tuttavia non incide, se non blandamente, sul piacere che ritrae il lettore, sempre più consapevole, pagina dopo pagina, di avere per le mani non solo uno strumento di svago, ma anche di arricchimento culturale, visto che viene reso edotto di un fatto molto importante della guerra di indipendenza americana da noi in genere raramente conosciuto. RENZO MONTAGNOLI - 10 mesi fa |
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Questo sangue che impasta la terra - Francesco Guccini, Loriano Macchiavelli
Quando scoppia l´estate, con il suo mix di lunghe ore di luce e di afa, è quasi inevitabile che chi ama leggere finisca con il dedicarsi a qualcosa di meno impegnativo, quale può essere un romanzo giallo. Infatti non si pretende molto, e cioè una trama con dei personaggi accattivanti, qualche colpo di scema e un finale con la scoperta dell´assassino di turno, il meno sospettabile in genere, purché rientri nella logica, in modo da trascorrere piacevolmente qualche ora. Ed è così che ho preso in mano un poliziesco del duo Guccini e Macchiavelli con l´inossidabile, e simpatico, maresciallo Santovito, da poco andato in pensione. Corrono gli anni `70, anni di piombo, e il piombo si spreca nei boschi dell´Appennino, che risuonano di colpi di mitra. C´è un morto ammazzato, un nuovo caso su cui indaga il successore di Santovito, il maresciallo Garbin, per territorialità investito dell´onere anche se in effetti chi conduce le indagini è sempre il neo pensionato. I morti si sprecano, la vicenda si complica, ci si inserisce anche il SID, in un minestrone in continua ebollizione e, tanto per non farsi mancare nulla, c´è una vicenda parallela, quella di Raffaella, la compagna di Santovito che lo ha lasciato per andare a insegnare negli Stati Uniti.
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