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venezia : Marsilio, 2009
Abstract: Quando esce La morte a Venezia, nell'autunno del 1912, Thomas Mann ha trentasette anni, è sposato con la bella e ricca Katia Pringsheim, è padre di quattro figli. Ha già scritto I Buddenbrook e Tristano e Tonto Kroger e è uno scrittore ormai affermato, per alcuni critici forse al culmine della propria potenza narrativa. Da qualche anno la letteratura è dominata dalle avanguardie storiche, mentre in tutta l'Europa si avvertono presagi di guerra. Ma nel lungo racconto sulla fine di Gustav von Aschenbach la crisi che scuote alle fondamenta quel mondo resta soltanto sullo sfondo. In primo piano c'è l'impietoso ritratto, talvolta perfino caricaturale, del grande autore trascinato dall'avventura artistica e dalla pulsione erotica verso la morte. C'è la passione del maturo protagonista, la disgregazione morale, la perdita del contegno e del dominio di sé. Sono pagine nelle quali Thomas Mann racconta in maniera spesso paradossale ed enfatica la patologia della vocazione estetica, la disciplina e il culto della perfezione formale, le strategie di difesa dal disordine e dal caos; rappresenta ancora una volta la cultura e la bellezza come diminuzione dello slancio vitale, come corruzione della vita e dei valori borghesi. Che Venezia sia qui l'ambiguo e stupendo fondale degli eventi descritti, è anche un omaggio alla grande letteratura di fine secolo e a tutta la cultura del decadentismo europeo.
Moderators: Valentina Tosi
25 maggio 2015 alle 17:07
L’undici di maggio il circolo “legger…mente” si è ritrovato per commentare un classico di Thomas Mann, “La morte a Venezia”. Scusate il ritardo, ma chi vi scrive è sbadato e dimenticava sempre gli appunti presi.
Laura, bibliotecaria e moderatrice della serata, ha introdotto l’incontro informando su alcune belle iniziative in calendario, cioè un paio di serate il 20 e 27 di maggio dalle 18.30 alle 20.00, sul tema della lettura ad alta voce ai bambini, curate da Lucia Cipriani; Una imperdibile lezione d’arte tenuta dal nostro impagabile Maurizio che verterà sul commento della Camera degli Sposi del Mantegna, con particolare cura della spiegazione del soffitto, spesso tralasciato, che invece può svelare molte sorprese; sul finire di giugno, poi, si prevede di organizzare un tuor in bicicletta verso il forte asburgico di Pietole. Sicuramente vi terremo aggiornati!
Tornando a Thomas Mann, i commenti sono stati abbastanza simili, il libro è stato apprezzato, ma non è entrato nel cuore del circolo.
Elisa ha commentato che il protagonista, un grande scrittore tedesco, diventa la controfigura di se stesso per cercare di ritrovare la giovanile bellezza, perduta con l’età.
Anche Ilaria ha annuito, seppur il libro non le sia proprio piaciuto a causa dell’atmosfera cupa; ha però apprezzato la scrittura e la descrizione della laguna e ha notato che in tutto il racconto si esalta il concetto classico di bellezza e di perfezione con cui il protagonista cerca di creare un legame.
Miriam è rimasta affascinata dalla sottile ironia con cui viene descritto lo scrittore, in un linguaggio che lei ha definito aulico, simile all’atmosfera di sospensione e di mistero che ha accompagnato tutta la storia, portando il lettore a vivere quasi un sogno/incubo.
Viceversa Laura non ha molto riconosciuto la descrizione di Venezia curata da Thomas Mann ed anche Renata e Serena non hanno molto apprezzato il testo, trovandolo difficle e macchinoso.
Io (Luca) ne ho letto solo una metà per ragioni di tempo e mi sono limitato a sottolineare la bellezza dello stile di Mann nel costruire atmosfere in cui vaga la mente del suo protagonista.
Maurizio infine ha ricordato un commento alla radio di Bonaventura Tecchi (grande scrittore dimenticato di inizio novecento) che definì Thomas Mann uno scrittore complesso e commentò il libro scrivendo che il protagonista vive una dissoluzione spirituale a causa di un amore impossibile, frutto anche della passione per i classici greci del grande autore tedesco, che esaltavano la morte in giovane età nel pieno del vigore, al contrario del perire di vecchiaia che altro non era che l’inevitabile deperimento e dissoluzione sia fisica che mentale.
Fra i libri letti nel mese e consigliati dal circolo “Legger…mente”, ricordo: Credevo di essere un killer invece ero incinta di Federica D’Ascani – Diario minimo di un attore di Dario Fo (Miriam); La ruga del cretino di Andrea Vitali (Elisa); L’audace colpo dei quattro di Rete Maria che sfuggirono alle Miserabili Monache di Marco Marsullo – Troppo non è mai abbastanza un graphic novel di Ulli Lust (Ilaria); Inheritance un fantasy di Christopher Paolini e Tristano di Thomas Mann (Serena); Chi manda le Onde di Fabio Genovesi (Luca); il maestro Maurizio poi consiglia i libri dimenticati di Bonaventura Tecchi, in particolare Villa Tauri, Idilli moravi, Un’estate in campagna, Valentina Velier, Storie di bestie, Baracca 15C.
Nella prossima serata a giugno, prima del congedo estivo, si commenteranno alcuni autori tedeschi contemporanei, vi aspettiamo!
Luca Toffalini #TRC
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