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Milano : A. Mondadori, 1995
Abstract: Un ragazzo sale su di un albero, si arrampica tra i rami, passa da una pianta all'altra, decide che non scenderà più. L'autore di questo libro non ha fatto che sviluppare questa semplice immagine e portarla alle estreme conseguenze: il protagonista trascorre l'intera vita sugli alberi, una vita tutt'altro che monotona, anzi: piena d'avventure, e tutt'altro che da eremita, però sempre mantenendo tra sé e i suoi simili questa minima ma invalicabile distanza. Ne è nato un libro ... che sfugge a ogni definizione precisa, così come il protagonista salta da un ramo di leccio a quello d'un carrubo e resta più inafferrabile d'un animale selvatico. Il vero modo d'accostarci a questo libro è quindi quello di considerarlo una specie di 'Alice nel paese delle meraviglie' o di 'Peter Pan' o di 'Barone di Münchhausen', cioè di riconoscerne la filiazione da quei classici dell'umorismo poetico e fantastico. (Italo Calvino)
Moderators: Valentina Tosi
3 aprile 2015 alle 13:52
La lettura di questo libro mi ha entusiasmato ed il personaggio di Cosimo mi ha 'stregato' per il coraggio ed anche la forza di volontà che l'hanno spinto a disobbedire, volutamente, e a lasciare la famiglia, iniziando una nuova vita di sfide contro gli altri e, soprattutto, contro SE STESSO, lassù sugli alberi, conducendo un'esistenza diversa ma non per questo monotona o stancante, anzi, si potrebbe definire, addirittura, avventurosa. Vivere sugli alberi, diventa, comunque, un pretesto per mantenere tra sé ed i suoi simili una "minima ma invalicabile distanza", come sostiene l'autore stesso. Infatti questa immagine di un uomo che si arrampica sulle piante per sfuggire alla routine ed alla solita gente, rappresenta in un certo senso l'immagine dell'uomo attuale, che, oppresso dal lavoro, delle persone, dagli impegni professionali o, semplicemente dalla noiosa quotidianità, decide di trovare una via di scampo e di EVADERE.
É probabile che l'esempio di Calvino sia portato un po' all'eccesso, ma é pur vero che, spesso, le persone troppo rigide, abitudinarie e che vogliono rientrare a tutti i costi entro determinati schemi, sono anche le più cieche, quelle che non riescono a vedere più in lá del proprio naso.
L'autore commenta così la presentazione del suo romanzo:"La prima lezione che potremmo trarre dal libro é che la disobbedienza acquista un senso solo quando diventa una disciplina morale più ardua e rigorosa di quella a cui ci si ribella."
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