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Einaudi, 2012
Abstract: La vita di Tony Webster è stata un fiume relativamente tranquillo, da costeggiare al riparo di scelte ragionevoli e sistematici oblii. Ora però la lettera di un avvocato che gli annuncia un'inattesa quanto enigmatica eredità sommuove il termitaio poroso del passato, e il tempo irrompe nella noia del presente sotto forma di parole risalenti all'adolescenza, quando Tony procedeva all'educazione morale, sentimentale e sessuale che ne avrebbe fatto, inavvertitamente come spesso accade, l'adulto che è. Il percorso a ritroso nelle zone d'ombra della vita, con i suoi dolori inesplorati e i suoi segreti, diventa cosi riflessione sulla fallacia della storia, "quella certezza che prende consistenza là dove le imperfezioni della memoria incontrano le inadeguatezze della documentazione", secondo il geniale amico dei tempi del liceo, Adrian Finn. Ed è dunque a quel punto di congiunzione, ai ricordi imperfetti come ai documenti inadeguati, che il vecchio Tony deve ora guardare per comprendere le vicissitudini del Tony giovane. Come ha potuto la ragazza di allora, Veronica Ford, preferirgli l'amico raffinato e brillante, Adrian? Ci sono solo Camus e Wittgenstein dietro l'estrema decisione di Adrian? Da che cosa ha voluto metterlo in guardia tanti anni prima la madre della ragazza? Perché a distanza di quarant'anni Veronica ritorna nella sua vita con un bagaglio di silenzi e il rifiuto di dargli ciò che è suo? Gli indizi da studiare tessono un filo d'Arianna di reminiscenze inaffidabili.
Moderators: Valentina Tosi
20 febbraio 2015 alle 16:02
E' un romanzo che affronta temi importanti ed è ricco di contenuti.
Tony è il protagonista e la voce narrante. Ormai avanti negli anni, ripercorre le tappe della sua vita e ci invita a riflettere sul concetto che abbiamo dell' esistenza e sull'importanza del tempo.
Le nostre azioni e scelte determinano il corso della nostra vita, ma spesso influenzano quella degli altri.
Per apprezzare questo testo, scritto bene, non ci dobbiamo fermare alla trama, un po' deludente.
Commento di Mara -BiblioTè-
16 luglio 2015 alle 22:42
Anche in questo libro Barnes non delude: una scrittura non sempre semplice da seguire, a tratti intrisa di riferimenti filosofici e letterari, eppure di una potenza immaginifica straordinaria. Nonostante la brevità, i temi interessanti sono parecchi: la divertente rievocazione degli anni Sessanta inglesi, la contrapposizione tra giovinezza e vecchiaia, l'incapacità di capire se stessi e gli altri, l'incomprensibile "fine" del titolo...
Che il libro sia valso a Barnes il Booker Prize lascia un po' di stucco però! Purtroppo il finale, degno delle peggiori telenovelas, rovina un romanzo che altrimenti sarebbe stato da voti massimi.
Peccato!
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