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Milano : Longanesi, [2007]
Abstract: IX secolo dopo Cristo. Uhtred, giovane inglese allevato dai vichinghi danesi ma tornato a combattere per il suo re Alfredo il Grande, ha conseguito un'importante vittoria e scongiurato temporaneamente il pericolo di un'invasione dal Nord. Ma le corti inglesi sono un nido di vipere e qualcuno trama nell'ombra per far cadere in disgrazia Uhtred e allontanarlo dal sovrano. Costretto all'esilio, il giovane cavaliere si imbarca in una serie di avventure sulle coste inglesi, ma le sue disgrazie non sono finite. Accusato di un delitto non commesso, Uhtred deve affrontare la prova più crudele e temuta dell'epoca: il giudizio di Dio, un duello all'arma bianca tra lui e il suo accusatore. Ma è proprio in quel momento cruciale che una nuova orda di pirati danesi infrange la tregua e dilaga nel regno d'Inghilterra. E Alfredo non può ignorare che l'unico cavaliere in grado di rovesciare una situazione disperata è proprio quello che ha stoltamente allontanato da sé. Allo stesso modo Uhtred sente che l'onore e la fedeltà sono più forti dell'orgoglio. Così con un'abile serie di azioni militari organizza una controffensiva. Ma non sa che, per la libertà della sua terra e la fedeltà al suo sovrano, dovrà pagare un prezzo altissimo.
Moderators: Valentina Tosi
11 marzo 2025 alle 20:49
Se L’ultimo re, primo romanzo della serie, si concludeva con la battaglia che vedeva sconfitti i danesi, con l’uccisione del loro capo, il feroce Ubba, il secondo episodio si apre con la definitiva decisione dell’intrepido Uhtred di lasciare definitivamente i danesi e di mettere la sua spada al servizio del pio re sassone Alfredo. Da questa decisione, prima avventata, poi frutto di un progressivo e sempre più radicato convincimento, si dipana tutta una serie di avventure di carattere bellico culminanti in una battaglia vittoriosa di re Alfredo sugli invasori danesi, esito a cui ha contribuito in modo determinante con la sua tattica e con la sua abilità di uomo d’arme proprio Uhtred, consapevole ormai che se vuole riprendere allo zio usurpatore il possesso di Bebbanburg deve per forza restare uno delle sua gente, e non certo un nemico della stessa, quale era quando stava con i danesi, fra i quali tuttavia resta ancora qualche suo amico.
E’ innegabile che le vicende di questo personaggio di invenzione si basano tuttavia su fatti storici effettivamente avvenuti e che molti dei protagonisti sono realmente esistiti; tale circostanza offre spessore alla narrazione e permette di comprendere il lungo percorso attraverso il quale c’è stata l’unificazione di territorio e di popolazioni nell’Inghilterra.
L’autore ha indubbiamente uno stile snello e accattivante, capace di rendere in modo apprezzabile le atmosfere di un’epoca particolare, riuscendo anche a ricreare visivamente il teatro in cui si svolgono gli eventi, un po’ meno incisivo forse quando si tratta descrivere lo scontro fra due eserciti, in cui traspare il desiderio di rendere partecipe il lettore, tuttavia senza riuscirci completamente in più di una occasione. In ogni caso la narrazione riesce ampiamente ad avvincere e induce chi legge a rincorrere la trama, desideroso di scoprire gli eventi successivi, soprattutto quando si tratta dell’esito di una battaglia.
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