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Tango e gli altri
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Guccini, Francesco <1940-> - Macchiavelli, Loriano <1934->

Tango e gli altri

Milano : A. Mondadori, 2007

Abstract: Una raffica di mitra del plotone di esecuzione mette fine alla giovane vita del partigiano Bob, ma questa volta non sono nazifascisti quelli che sparano. Accusato di un atto di efferatezza, aver sterminato l'intera famiglia del patriarca, Bob è stato giudicato in fretta e furia dal tribunale partigiano composto dai suoi commilitoni della brigata Garibaldi e da un commissario politico venuto da oltre la linea del fronte. Tuttavia, poiché molti sono i particolari che non tornano a proposito del massacro delle Piane, un'altra brigata ha affidato una parallela indagine a Benedetto Santovito, reduce dalla Russia e diventato anche lui partigiano di Giustizia e Libertà con nome di battaglia Salerno su quelle stesse montagne fra le quali aveva fatto il maresciallo: con la certezza che un carabiniere, come un prete, resta carabiniere nell'anima, qualunque abito indossi. L'escalation drammatica degli eventi bellici impedisce a Santovito di portare a termine un'indagine appena iniziata, ma molti anni dopo, nel 1960, il passato bussa di nuovo alla porta e una lettera appassionata e struggente obbliga il maresciallo a ritornare sul caso. Solo che gli anni hanno cambiato, se non i luoghi, tutte le persone. E molto profondamente.

Moderators: Valentina Tosi

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Gran brutta cosa la guerra e ancor più brutta se è civile, cioè è uno scontro fra cittadini della stessa nazione. Il duo Guccini e Macchiavelli deve aver pensato che far riemergere fatti del periodo della Resistenza doveva essere una buona idea, anche per parlarne ai nati dopo, che altrimenti non possono sapere. Se poi, oltre a questa guerra per bande si aggiunge una vicenda gialla, cioè una strage di simpatizzanti fascisti di cui incolpare un giovane partigiano che fino alla sua condanna a morte e alla relativa esecuzione si proclama innocente, la narrazione diventa più interessante. Tuttavia, per poter discolpare la vittima di un errore giudiziario a distanza di anni si deve trovare un escamotage per chiamare in causa, per le indagini, il maresciallo maggiore dei carabinieri Benedetto Santovito che, guarda caso, all’epoca era in zona in una formazione partigiana delle Matteotti (l’innocente giustiziato si chiamava Roberto Cortesi, detto Bob, ed era membro di una banda garibaldina) con il nome di battaglia di Salerno, giunto troppo tardi per poter verificare o meno la colpevolezza decretata da un tribunale della Garibaldi. Non sto a descrivere questo escamotage che inizia a Bologna e che dà inizio a un’indagine di notevole complessità, sia per gli anni trascorsi dall’eccidio e dalla esecuzione, sia perché a muoversi sull’Appennino Tosco-emiliano ci si imbatte in montanari, brava gente, non c’è che dire, ma restia a sbottonarsi. Dato che Santovito non comanda più una stazione in loco, alle indagini partecipano anche altri marescialli, fra i quali il giovane Ares Amadori, probabilmente un raccomandato, saputello, ma che incide positivamente sul corso della ricerca del colpevole. La trama, che dovrebbe essere semplice, viene un po’ complicata dagli autori, con avvitamenti, capitoli in cui si torna al passato, anche depistaggi messi ad arte per disorientare il lettore. Ne è uscito così un romanzo corposo, che a mio parere, a beneficio del ritmo e della gradevolezza, avrebbe meritato la sforbiciata di almeno una cinquantina di pagine. L’interesse di chi legge non viene tuttavia mai meno, tanto che, sebbene si avverta una certa pesantezza, si ha fretta di scorrere alla svelta le pagine per arrivare all’ultima, con il nome del colpevole, che, nemmeno a farlo apposta, si trova proprio lì. Resta solo da chiedersi come si sia giunti alla conclusione, in base a quali criteri e indizi si sia arrivati a identificare il reo, colpevole per la strage e per aver fatto ricadere la colpa su un innocente, e lì sorgono non pochi interrogativi, che restano tali, lasciando un po’ di amaro in bocca, perché secondo me un romanzo così ben congegnato avrebbe meritato un finale più logico.

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