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Einaudi, 2022
Abstract: Le donne furono protagoniste della Resistenza: prestando assistenza, combattendo in prima persona, rischiando la vita. Una «metà della Storia» a lungo silenziata a cui Benedetta Tobagi ridà voce e volto, a partire dalle fotografie raccolte in decine di archivi. Ne viene fuori un inedito album di famiglia della Repubblica, in cui sono rimesse al loro posto le pagine strappate, o sminuite: le pagine che vedono protagoniste le donne. "La Resistenza delle donne" è dedicato «A tutte le antenate»: se fosse una mappa, alla fine ci sarebbe un grosso «Voi siete qui». Insieme alle domande: E tu, ora, cosa farai? Come raccoglierai questa eredità? La storia delle donne italiane ha nella Resistenza e nell'esperienza della guerra partigiana uno dei suoi punti nodali, forse il più importante. Benedetta Tobagi la ricostruisce facendo ricorso a tutti i suoi talenti: quello di storica, di intellettuale civile, di scrittrice. "La Resistenza delle donne" è prima di tutto un libro di storie, di traiettorie esistenziali, di tragedie, di speranze e rinascite, di vite. Da quella della «brava moglie» che decide di imbracciare le armi per affermare un'identità che vada oltre le etichette, alla ragazza che cerca (e trova) il riscatto da un'esistenza di miseria e violenza, da chi nell'aiuto ai combattenti vive una sorta di inedita maternità, a chi nella guerra cerca vendetta e chi invece si sente impegnata in una «guerra alla guerra», dalle studentesse che si imbarcano in una grande avventura (inclusa un'inedita libertà nel vivere il proprio corpo e a volte persino il sesso), alle lavoratrici per cui la lotta al fascismo è la naturale prosecuzione della lotta di classe. Tobagi racconta queste storie facendo parlare le fotografie che ha incontrato in decine di archivi storici. Ne viene fuori quasi un album di famiglia della Repubblica, ma in cui sono rimesse al loro posto le pagine strappate, o sminuite: le pagine che vedono protagoniste le donne. Un libro che possiede il rigore della ricostruzione storica, ma anche una straordinaria passione civile che fa muovere le vicende raccontate sullo sfondo dei problemi di oggi: qual è il ruolo delle donne, come affermare la propria identità in una società patriarcale, qual è l'intersezione tra libertà politiche, di classe e di genere, qual è il rapporto tra resistenza civile e armata, tra la scelta, o la necessità, di combattere e il desiderio di pace?
Moderators: Valentina Tosi
23 dicembre 2023 alle 20:25
Sono state almeno settantamila le donne che hanno partecipato, in diversi ruoli, alla Resistenza; benché il numero sembri elevato, non è gran cosa se rapportato alla popolazione femminile dell’epoca, ma, come rilevato nel saggio di Benedetta Tobagi intitolato La Resistenza delle donne, queste furono senz’altro di più se vi si ricomprendono le centinaia di migliaia che nei giorni immediatamente successivi alla dichiarazione d’armistizio dell’8 settembre 1943 si adoperarono, spesso con grave rischio per la loro vita, a soccorrere i nostri soldati fuggiaschi, fornendo loro gli indispensabili abiti civili. Quest’ultimo fenomeno è quasi sempre trascurato, ma è di notevole importanza, perché in tal modo molti nostri militari evitarono la cattura e la deportazione, andando poi spesso a ingrossare le file dei partigiani; c’è da rilevare, inoltre, che fu un comportamento spontaneo, che non vi fu nulla di organizzato, dato tanto più rilevante ove si consideri che l’Italia era già stremata dalla guerra e che le donne italiane erano più condizionate degli uomini nell’assumere decisioni, e non solo per l’indottrinamento fascista, ma anche per una radicata convinzione di subalternità, frutto di una mentalità maschilista e di una visione ecclesiastica tendenti a ritenere la femmina inferiore al maschio.
Di libri che spiegano il fenomeno della Resistenza, le sue origini, le sue caratteristiche con rigore scientifico non ce ne sono molti e quindi non si può che plaudire a questo saggio della Tobagi anche se è limitato alla figura femminile, che però fu di non poca importanza. La maggior parte delle donne svolgevano il lavoro di staffetta, portavano giornali antifascisti, opuscoli, armi, munizioni, esplosivi, passando per i posti di blocco e non poche furono scoperte, arrestate, sottoposte a sevizie, fucilate oppure inviate nei lager in Germania. Se per un uomo la cattura voleva dire tortura certa e forse anche la morte, per le donne purtroppo quasi sempre c’era lo stupro, un’esperienza che segnò per sempre le vittime, le cui superstiti spesso non osarono raccontarlo nel dopo guerra vista la mentalità vigente soprattutto allora e che additava quasi al pubblico rimprovero la femmina disonorata.
Benedetta Tobagi per la stesura del libro si è avvalsa di interviste, di fotografie reperite negli archivi, di testimonianze di terzi, arrivando a completare un grande quadro che vede le donne protagoniste, riuscendo perfino a parlare di alcune che, per indubbie capacità, finirono con il comandare dei reparti misti, o di soli uomini, un che di impensabile in un paese che riconobbe al sesso femminile il diritto di voto solo nel 1946.
Risulta così un quadro abbastanza completo relativamente alla presenza e all’importanza delle donne nella resistenza, con una narrazione che a volte presenta la tipicità del saggio storico, mentre in altre sembra lasciare un certo spazio alla creatività pur partendo da dati effettivi; questo dualismo non nuoce all’opera, anzi è in grado di rendere snella la scrittura, a tutto beneficio di chi legge. Tuttavia, Benedetta Tobagi qualche volta si lascia prendere la mano e appare ripetitiva, circostanza che rende noiose alcune pagine e finisce con il distogliere l’attenzione.
Nel complesso l’opera appare meritevole di lettura e in questo senso penso che il riconoscimento che ha avuto con il Premio Campiello 2023 sia meritato.
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