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Milano : Oscar Mondadori, 2009
Abstract: Repubblica della Grande Asia dell'Est, 1997. Ogni anno una classe di quindicenni viene scelta per partecipare al Programma; e questa volta è toccato alla terza B della Scuola media Shiroiwa. Convinti di recarsi in una gita d'istruzione, i quarantadue ragazzi salgono su un pullman, dove vengono narcotizzati. Quando si risvegliano, lo scenario è molto diverso: intrappolati su un'isola deserta, controllati tramite collari radio, i ragazzi vengono costretti a partecipare a un gioco il cui scopo è uccidersi a vicenda. Finché non ne rimanga uno solo... Edito nel 1999, Battle Royale è un bestseller assoluto in Giappone, il libro più venduto di tutti i tempi; diventato fenomeno di culto, ha ispirato celebri film, manga sceneggiati dallo stesso Takami e videogiochi. Scritto con uno stile insieme freddo e violento, Battle Royale è un classico del pulp, un libro controverso e ricco di implicazioni, nel quale molti hanno visto una potente metafora di cosa significhi essere giovani in un mondo dominato dal più feroce darwinismo sociale.
Moderators: Valentina Tosi
20 novembre 2023 alle 21:57
Per chi, come me, non è abituato a leggere manga... beh, questo libro è qualcosa di diverso dal solito. Dunque, io amo le distopie, quindi quando mi è stato parlato per la prima volta di questo libro ero particolarmente euforica, ma in realtà la distopia qui è lo sfondo, è il contorno, l'abbellimento, anzi il pretesto. Scordiamoci Orwell, Huxley e compagnia cantante perché Battle Royale NON è un libro fatto per farci paura o per parlarci del nostro mondo. E' un libro d'azione e in questo senso fa il suo dovere: ha un ritmo incalzante, è una lettura veloce e piacevole, ha un bel modo di seguire i personaggi (cosa non da poco, visto che sono ben più di 40). Certo che tutto quello che è l'ambiente storico-politico del paese dove questo gioco assurdo avviene è lasciato molto a sé stesso o comunque è scarsamente approfondito.
In più, i personaggi sono decisamente più dei tipi che dei personaggi a tutto tondo. Dalla regia mi dicono che questo è normale nella letteratura a fumetto giapponese: per chi, come me, è un outsider, la cosa può creare almeno ilarità e al massimo disagio. Sono cose su cui si può soprassedere.
Dunque, lo consiglio? Sì, assolutamente. E' un libro piacevole, scorrevole, difficilmente vi pentirete di averlo letto. Solo una cosa: è molto grafico in alcuni suoi punti (leggendo l'abstract vi sarà chiaro perché) e, siccome di violenza in questo libro ce n'è molta, io non lo consiglio a chi è facilmente impressionabile o chi ha problemi con spargimenti di sangue etc. perché in questo libro sono cose all'ordine della pagina.
Ringrazio Giorgia per avermi consigliato questo libro.
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