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Longanesi, 2023
Abstract: La chiamano la Bambina del Sale, perché tutte le sere, quando il buio allaga la città, puoi incontrarla all’imbocco di un vicolo che vende ai passanti sacchetti in tela azzurra con dentro una manciata di sale, introvabile da tempo. Nessuno a Praga conosce il suo nome. Nessuno sa come si procura quella preziosa merce. La Bambina compare dopo il tramonto e scompare prima dell’alba, senza dare confidenza a chi incontra. Una moneta, un sacchetto. Tutto qui. È il 1938. Il furore nazista incombe sulla Cecoslovacchia e Hitler è alle soglie della città. La paura dilaga, soprattutto fra gli ebrei del Ghetto. Non c’è tempo, bisogna fuggire. Bisogna salvare i più deboli, come i bambini senza famiglia, come la Bambina del Sale. Un’impresa impossibile. Eppure c’è un uomo che ci crede, un inglese di origini ebraiche, Nicholas Winton, che tenta il miracolo: allestire treni diretti nel Regno Unito per mettere in salvo quanti più bambini possibile. Tra mille ostacoli logistici e politici, e con l’aiuto della giovane Petra che lo guida in una città a lui sconosciuta e colma di fascino, Winton sta per riuscire nel suo eroico intento. Ma la Bambina del Sale sembra non voglia farsi salvare. Perché quello sguardo sfuggente? Quale segreto nasconde? Il romanzo racconta la vicenda vera e dimenticata di sir Nicholas Winton, tornata alla luce grazie a un commovente video della BBC dove l’uomo ottantenne incontra a sorpresa i “suoi” bambini ormai adulti.
Moderators: Valentina Tosi
1 novembre 2023 alle 12:31
Ho letto questo romanzo in preparazione e durante il mio primo viaggio a Praga. Un racconto di finzione sullo sfondo storico della Praga a cavallo tra il '38 e il '39. Con questo libro ho scoperto la storia vera di questo gruppo di uomini e donne, britannici e cecoslovacchi, impegnati a salvare i bambini di famiglie perlopiù ebree, prima dell'imminente invasione nazista, col loro trasferimento nel Regno Unito a bordo di treni. Una storia avvincente ad ogni capitolo, inaspettata nella figura della voce narrante e commovente nel suo finale. Una bella storia che non si dimentica, come la città di Praga.
3 agosto 2024 alle 08:35
A Massimi fa riconosciuto il merito di aver portato a conoscenza di molti italiani la figura di Nicholas Winton, che, unitamente a Doreen Warriner e Trevor Chadwick, portò in salvo in Gran Bretagna 669 bambini, in buona parte ebrei, con trasporti in treno dalla Cecoslovacchia dalla fine del 1938 agli inizi del 1940.
L´autore, per far questo, pur attenendosi ai fatti, ha imbastito un romanzo storico, ove ovviamente sono presenti i tre personaggi di cui ho appena fatto il nome, nonché altri, che presumo in buona parte di fantasia. Per non far mancare un ulteriore motivo di tensione ha poi inventato una protagonista che narra la vicenda, tale Petra Linhart, una donna giovane, ma intrepida, che collabora attivamente alla riuscita dei trasporti, ma che ha un difetto per nulla trascurabile, cioè fa il doppio gioco. Finge infatti di essere rimasta vedova e di aver perso il figlio che aveva in grembo per colpa dei nazionalisti boemi filo tedeschi, e invece è accaduto il contrario, perché sono stati i nazionalisti anti tedeschi a provocare la morte del marito e il conseguente trauma che le ha fatto perdere il nascituro; così lei lavora con dedizione, ma riferisce alla Gestapo. Questo frutto della creatività poteva essere il fiore all´occhiello del romanzo se Massimi fosse stato capace di andare in profondità nella personalità della doppiogiochista e invece è rimasto abbastanza in superficie, come ha fatto anche per gli altri protagonisti che sono tanti, direi troppi e che in una serie di eventi finiscono con l´intorbidire l´acqua, con il diluire troppo la necessaria tensione che presenta una vicenda come questa. Anche la figura della bambina del sale, enigmatica, quasi magica, non è ben delineata e da protagonista centrale diventa quasi una comprimaria. A voler essere sintetici direi che, mettendo troppa carne al fuoco, la cottura è diventata assai difficile e il risultato non è certo dei migliori. E´ un peccato, perché L´angelo di Monaco, precedente a questo, mi aveva colpito per la sua straordinaria bellezza, mentre Se esiste un perdono è sì leggibile, ma di sicuro non resterà fra i libri meritevoli del mio ricordo.
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