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Milano : Corbaccio, stampa 2005
Abstract: Apparso per la prima volta nel 1957, il libro racconta la storia di Francesco Datini. Vissuto nella seconda metà del XIV secolo, Datini rappresenta il prototipo del mercante moderno: viaggiatore instancabile, dopo aver vissuto ad Avignone, tornò in Toscana e avviò delle imprese commerciali a Pisa, Genova, Barcellona, Valenza, Maiorca e Ibiza. La sua vita è registrata nella corrispondenza e nei registri contabili, scoperti alla fine dell'Ottocento durante il restauro del suo palazzo: decine di migliaia di documenti, un fondo archivistico eccezionale che è servito a tutti gli studiosi dell'economia e del capitalismo italiani ed europei e che l'autrice ha utilizzato per costruire un ritratto vero di un uomo dell'umanesimo italiano.
Moderators: Valentina Tosi
15 luglio 2023 alle 06:00
Chi direbbe che l’autore di Il Mercante di Prato è lo stesso di Guerra in Val d’Orcia? E invece è così, perché Iris Origo, che così bene ha tratteggiato l’esperienza personale del secondo conflitto mondiale in Val d’Orcia, ha scritto anche la biografia di questo mercante di Prato, vissuto nella seconda metà del XIV secolo, un uomo che si fa da sé e che è il prototipo del moderno mercante. Sa investire e sa differenziare gli investimenti per limitare il rischio, accumula i guadagni non per tenerli in saccoccia, ma per renderli produttivi. Formatosi ad Avignone, allorché era sede papale, è ovunque presente con filiazioni laddove esista una possibilità di commerci e di guadagni, non vive per il denaro, ma per il piacere di accrescere le proprie capacità imprenditoriali, un uomo raro anche oggi e che, in un periodo storico in cui era perfino impossibile pensare che un giorno ci sarebbero stati i computer, tiene scrupolosamente i registri contabili, ha un attrezzato un archivio della corrispondenza, insomma è uno che non teme di lasciare traccia di sé e infatti la sua corposissima documentazione è stata rinvenuta nel XIX secolo durante i lavori di restauro del suo palazzo. Iris Origo ne ha preso visione, l’ha catalogata, l’ha usata a supporto di una biografia che si potrebbe anche intitolare “Nascita del capitalismo in Italia”, e in questo senso questo libro è un testo di storia economica, fonte indispensabile per gli studiosi della materia, perché se ogni epoca ha i suoi eventi in tema, restano sempre quelle le motivazioni che portano alla nascita del capitale. Francesco Datini non avrebbe mai potuto immaginare che dopo quasi sei secoli una donna avrebbe messo meno ai suoi conti, alle sue carte, alle sue lettere per dare vita a un’opera il cui valore è senz’altro rilevante, tanto più rilevante ove si consideri che il capitalismo di Datini ha il volto umano, non è gretto, non persegue la ricchezza per la ricchezza, ma per realizzare un sogno che è in lui e che sempre l’accompagna, senza dimenticare che il materialismo di tanti oggi stride con l’umanità di un uomo che, ricco a dismisura, donò la sua immensa fortuna per opere di carità, timoroso sì di quel che avrebbe potuto trovare nell’aldilà, ma anche consapevole che la vita è fatta di dare e avere e che lui, che per la sua capacità tanto aveva avuto, era giusto che altrettanto restituisse.
E’ brava Iris Origo, perché quando c’è questa abbondanza di materiale è un momento perdere il filo del discorso, e invece lei ha saputo scegliere, così che, oltre alla vita di questo mercante, ha fornito anche il ritratto di un’epoca, nelle sue più normali e consuete sfaccettature. Ha capito infatti che esiste interdipendenza in tutti gli eventi e che anche l’economia non è materia astratta, ma è da correlare all’etica e agli aspetti sociali del periodo storico a cui si riferisce.
Da leggere, senz’altro.
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