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La terza (e ultima) vita di Aiace Pardon
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Selmi, Alessandra <1977->

La terza (e ultima) vita di Aiace Pardon

Milano : Baldini & Castoldi, [2015]

Abstract: La nebbia autunnale avvolge Milano quando Aiace Pardon, un mite senzatetto che vive e mendica presso la stazione Centrale, inizia a ricevere strane donazioni: prima 5, poi 10, 20 e 50 euro. Il vecchio è ipovedente e del misterioso benefattore vede solo la punta delle scarpe, eleganti e lucide anche nei giorni di pioggia. Quando 100 euro cadono nel bicchiere dell'elemosina il gioco giunge al termine e il barbone, poco dopo, sparisce. È stato ucciso dall'uomo con le scarpe lustre? Ne è convinta una senzatetto sua amica, che si reca alla Polizia a denunciarne la scomparsa. Il commissariato al completo si raduna ad ascoltare la deposizione della donna, tanto ripugnante nell'aspetto quanto colta e raffinata nei modi, ma proprio questa stranezza - un ossimoro, direbbe lei - fa sì che nessuno la prenda sul serio. Aiace Pardon sarebbe destinato a rimanere l'ennesimo clochard dimenticato, se le parole di "quella palla da bowling che ha mangiato un dizionario" non colpissero Alex Lotoro, un giovane sbirro che della vecchia è l'esatto opposto. Iniziano così le indagini che porteranno i due a scavare nel passato di Aiace, fino alla scoperta della verità.

Moderators: Valentina Tosi

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Opera prima di Alessandra Selmi, che successivamente si orienterà sul romanzo storico, La terza (e ultima) vita di Aiace Pardon è un giallo, un po’ atipico, ambientato a Milano, incentrato su due indovinati personaggi, il vice sovrintendente di polizia Alex Lotoro e Bianca Acerbi d’Adda, una strana senzatetto che dimora presso la Stazione Centrale e che si reca al commissariato per parlare della scomparsa di “un collega”, Aiace Pardon, che secondo lei è stato ucciso. I due personaggi sono agli opposti, Alex donnaiolo impenitente e anche un po’ frustrato come poliziotto, Bianca una donna particolarmente istruita che rimbecca l’altro continuamente per le sue imprecisioni linguistiche. Peraltro la trama gialla c’è tutta e se proprio devo essere sincero non è male, anzi è in grado di avvincere, benché risulti normalmente confezionata, con dei morti ammazzati, con le indagini e infine con il loro esito per niente illogico. Ripeto che però il valore dell’opera sta nelle differenze dei due personaggi principali e soprattutto nella stranezza di questa clochard, sporca, malvestita e che tuttavia rivela una notevole cultura, oltre a un invidiabile intuito che la porta alla soluzione del caso.
Il romanzo riesce a essere avvincente, tanto che si legge in un “amen” e si arriva alla fine soddisfatti, anche perché come mezzo di evasione, per trascorrere qualche ora in tranquillità, è più che mai idoneo.

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