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XII, 230 p. ; 21 cm.
Abstract: I personaggi di un libro come Winesburg, Ohio, una volta trovati, ti accompagnano come un coro di voci. Ti parlano del loro luogo d'origine, come i viaggiatori che capita di incontrare in treno ti parlano del loro paese, ma bisogna avere anche la fortuna di imbattersi in qualcuno che te la sappia raccontare bene quella storia. Nello stile di Sherwood Anderson c'è la grande letteratura americana, c'è tutto quello che si ama del mestiere di scrivere. Conciso, neutrale agli eventi, sa come fare arrivare le luci e le ombre delle case, l'odore dei campi, il fieno tagliato, il profumo di pioggia, dell'erba da raccogliere. Le radici nella terra all'alba della modernità. Il suo stile maestro si concentra in quest'opera su uno dei soggetti che personalmente amo di più. La storia di un paese, di una comunità. È un argomento in cui è facile trovare del proprio, pure nel lontano fascino dell'America preindustriale, dove i più anziani ancora raccontano della guerra civile. E anzi un'America che viene da sentire più vicina, perché parte di tutte le civiltà contadine nel momento del passaggio che le estingue. (dalla prefazione di Vinicio Capossela)
Moderators: Valentina Tosi
20 aprile 2023 alle 07:49
Winesburg, Ohio è una raccolta di racconti di Sherwood Anderson pubblicata nel 1919, prose che scritte fra il 1915 e 1916 erano già state pubblicare singolarmente su alcune riviste. Vi si narra delle vite di alcuni personaggi della cittadina di Winesburg sul finire del XIX secolo, con un filo conduttore che è rappresentato da George Willard, un giovane giornalista interessato alle vite solitarie di questi individui, secondo uno schema che, pur con le evidenti differenze, può essere assimilato alla famosa Antologia di Spoon River che all’epoca di stesura di questi racconti era già conosciuta grazie alla pubblicazione fra il 1914 e il 1915 su una nota rivista letteraria, il Reedy’s Mirror di Saint Louis.
Tutti i soggetti hanno una doppia vita, del tutto normale e banale quella pubblica, ma nevrotica e caratterizzata da passioni incontrollabili quella privata, peculiarità che sono diventate l’emblema descrittivo degli Stati Uniti, con innumerevoli applicazioni in campo letterario e cinematografico. Per certi aspetti, quindi, il libro costituisce una pietra miliare della narrativa statunitense, rivelandosi precursore di opere successive di diversi romanzieri, fra i quali uno fra i miei preferiti, Kent Haruf. Se lo schema rappresenta una indubbia innovazione, l’originalità delle opere è pure ragguardevole, e trattandosi di racconti è pregevole averli raccordati con la figura del giornalista del locale quotidiano, che accompagna i lettori a far conoscenza con i personaggi di Winesburg.
Il mondo descritto è ancora rurale, di una civiltà preindustriale, un microcosmo osservato nel periodo di passaggio da un’impronta socio-economica all’altra e questo senza dubbio è un altro dei pregi dell’opera. E’ una società lontana nel tempo, che sembra appena uscita dalla guerra civile, con il fascino agreste di un’epoca i cui ritmi erano assai più blandi di quelli che si sono imposti con la civiltà industriale. La piccola comunità di Winesburg è descritta in questo suo cambiamento, fra il desiderio di resistere per non perdere le proprie radici e la speranza di entrare in un mondo migliore, e tutto questo è scritto con garbo, senza enfasi, ma puntuale e conciso in ciò che veramente conta.
I personaggi non sono pochi e per alcuni è naturale affezionarsi, come nel caso di Alice, una donna che invecchia con il ricordo di alcune fugaci ore d’amore, nell’attesa del ritorno di uomo ben sapendo che non avverrà mai, macerandosi nella consapevolezza, che poco a poco prende corpo, di una vita che sarà solo di solitudine. Oppure non si può restare insensibili di fronte alla triste storia di Wash Williams, telegrafista diventato misogino per colpa della moglie. Chi più, chi meno, questi protagonisti hanno una personalità che possiamo riscontrare anche in nostri simili contemporanei e addirittura potrebbe capitare di specchiarci in qualcuno di loro, ma sono tutti esseri pulsanti, che mai si potrebbe credere frutti della creatività di uno scrittore.
Il loro gradimento è lasciato alla sensibilità del lettore che in ogni caso non potrà che convenire sulla notevole capacità dell’autore di effettuare una fine analisi psicologica delle sue creature.
Da leggere.
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