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Alla corte dei Borgia
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Kalogridis, Jeanne <1954->

Alla corte dei Borgia

Milano : Longanesi, [2006]

Abstract: La giovane e vivace Sancia di Aragona viene data in sposa a Goffredo Borgia: un matrimonio combinato per ampliare il potere di papa Rodrigo Borgia, Alessandro VI, che nella sua corrotta corte romana nutre il sogno ambizioso di dominare l'Italia. Giunta a Roma da Napoli, Sancia si trova circondata dalla grandezza della Città Eterna ma anche avviluppata in una stretta trama di intrighi, complotti e torbide relazioni. La temibile Lucrezia esperta di veleni, sua cognata, sarà sua alleata o nemica? E Cesare Borgia diventerà un amante appassionato o il suo peggior nemico? Tra delizie e pericoli, insidie e piaceri, Sancia - personaggio ispirato a una figura storica - intraprende il suo difficile cammino, scoprendo in sé doti che non sospettava di avere.

Moderators: Valentina Tosi

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Si vede che i Borgia sono perseguitati da una damnatio memoriae, eppure questa famiglia nobile, il cui principale esponente è stato il pontefice Alessandro VI, al secolo Rodrigo Borgia, per il solo fatto di aver avviato una politica volta ad assoggettare in un unico stato tutte le varie signorie italiane è stata vista, già dalla sua epoca, come il male assoluto. In realtà si comportò né più né meno come i potenti suoi contemporanei, ricorrendo per conquistare nuovi territori - o anche per difendere il proprio status - a guerre, avvelenamenti e ad alleanze realizzate tramite matrimonio. In relazione a quest’ultimo metodo, fra i tanti vincoli coniugali di convenienza vi fu anche quello fra Goffredo Borgia, quarto e ultimo figlio del papa, e Sancia d’Aragona, figlia illegittima del re Alfonso II di Napoli e della sua amante Vannozza Cattanei. Sancia è senz’altro un personaggio interessante, perché la giovane principessa è vivace e ha carattere, quel carattere che non ha il marito, personaggio un po’ scialbo, facilmente oscurato dalle figure del padre Rodrigo e del fratello Cesare.
Quando ho preso il libro (Alla corte dei Borgia), con il quale Jeanne Kalogridis narra di questa protagonista minore del XV secolo, avevo il timore di trovarmi di fronte, più che a un romanzo storico, a una specie di soap opera, a causa dei trascorsi della narratrice, che opera in diversi generi, fra i quali la fantascienza e l’horror; era tuttavia una sensazione e pertanto ho voluto provare. Purtroppo dovrei sempre dare retta al mio istinto perché in effetti, pur rappresentando il libro un mezzo per far trascorrere il tempo, più di tanto non consente, sia per le approssimazioni storiche, sia per una certa leziosità e, soprattutto, perché gli sviluppi della vicenda si intuiscono facilmente. Diciamo che si può leggere giusto per ingannare il tempo, se proprio non ci sono altri mezzi, e in ogni caso non comporta difficoltà di comprensione, stante la carenza di approfondimenti dei personaggi e l’incapacità di creare un’atmosfera che non vada oltre la descrizione degli abiti indossati e delle cerimonie di corte. Non mancano i luoghi comuni, frutto, come è ovvio, più che da risultanze storiche, da dicerie tramandate nei secoli, quali per esempio la figura a tinte fosche di Lucrezia Borgia, spacciata tranquillamente come avvelenatrice, mentre sappiamo che non era così, anzi era una vittima dei raggiri del padre, una donna che troverà finalmente la pace nel 1501 con il terzo matrimonio, quello con Alfonso d’Este, duca di Ferrara, città dove poi morì nel 1519 addirittura in odore di santità.
Alla corte dei Borgia si può indubbiamente leggere, ma è giusto che si sappia che ci sono in commercio romanzi storici sui Borgia di livello molto superiore.

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