Community » Forum » Recensioni
Vicenza : Neri Pozza, 2012
Abstract: Baviera, 1659. Sulla riva di un fiume nei pressi della cittadina di Schongau viene trovato agonizzante il figlio undicenne del barconiere Grimmer. Il tempo di adagiarlo con cura a terra, di esaminargli il profondo taglio che gli squarcia la gola, di scoprire sotto la sua scapola destra uno strano segno impresso con inchiostro viola che il bambino muore. Qualche tempo dopo i bottegai Kratz si imbattono, nel loro piccolo Anton, il figlio adottivo, immerso in un lago di sangue, la gola recisa con un taglio netto. Sotto una scapola del bambino viene trovato il medesimo segno del figlio del barconiere: il cerchio di Venere, il simbolo delle streghe. Peter Grimmer e Anton Kratz si conoscevano. Insieme con la piccola Maria Schreevogl e altri due bambini costituivano uno sparuto gruppo di orfani che era solito frequentare Martha Stechlin, la levatrice di Schongau che vive proprio accanto ai Grimmer. Il destino di Martha Stechlin sembra così segnato. Messa nelle mani del boia di Schongau perché le sia estorta formale confessione, attende di essere spedita al rogo. Jakob Kuisl, il boia di Schongau non crede però alla colpevolezza della levatrice. E con lui non credono che la dolce Martha sia una strega anche sua figlia Magdalena e Simon Fronwieser, il figlio del medico cittadino. I tre indagano per cercare di ribaltare una sentenza che sospettano sia stata scritta solo per convenienza politica e, soprattutto, per nascondere una verità inconfessabile.
Moderators: Valentina Tosi
15 novembre 2022 alle 10:41
Corre l’anno 1659 e a Schongau, una cittadina bavarese, è ritrovato agonizzante e con un taglio che gli ha aperto la gola il figlio di undici anni del barcaiolo Grimmer. Simon Fronwieser, figlio del medico della città e medico lui stesso, cerca di salvarlo, ma inutilmente, e nell’occasione si avvede di uno strano segno impresso sotto la scapola destra con un inchiostro viola. Poco tempo dopo un altro bimbo, Anton, figlio adottivo dei Kratz, è ritrovato dai genitori morto e in una pozza di sangue. Anche lui sotto una scapola ha lo strano segno che aveva il primo bambino ucciso e che viene identificato come il cerchio di Venere, il simbolo delle streghe. Strani eventi colpiscono la cittadina, con un magazzino sul fiume che prende fuoco e un lebbrosario in costruzione che viene demolito nottetempo. Spariscono altri bimbi che costituivano un gruppetto che trascorreva spesso parecchie ore da Martha Stechlin, la levatrice di Schongau. Il popolino, sempre incline ad ammantare di un aria misteriosa ciò che non riesce a comprendere, trova subito il capro espiatorio, la povera levatrice, che sfugge al linciaggio, ma viene rinchiusa in prigione, dove si cerca di farla confessare con la tortura di cui è incaricato il boia Jakob Kuisl, un uomo gigantesco, ma di notevole cultura e che ovviamente non crede che all’origine del tutto ci sia della stregoneria; della sua stessa opinione è il giovane medico Simon Fronwieser, perdutamente innamorato di Magdalena, la bella figlia del boia. Si sviluppa così la trama di un giallo storico particolarmente avvincente, intricato, ma ben condotto con mano ferma dall’autore, capace di ricreare con abilità ambiente e atmosfera.
La storia mi ha preso in modo particolare, perché la tensione è crescente, il mistero si infittisce con delle scene di grande effetto, come l’esplorazione di una serie di cunicoli che è riuscita a ingenerarmi un vivo senso di claustrofobia.
Tuttavia, ed era ciò che temevo, l’impalcatura così ben realizzata ha cominciato a scricchiolare verso la fine, per poi crollare con la scoperta dei colpevoli, una soluzione non del tutto logica e non ben studiata, tanto che presenta diverse crepe.
La figlia del boia, primo episodio di una serie, scritta da uno che dichiara di essere il discendente di una dinastia di boia, ha incontrato un indubbio successo, proprio per la capacità di avvincere in un crescendo di tensione fino quasi alle ultime pagine, poi però, come ho scritto prima, all’improvviso è crollato tutto. E’ un peccato, però c’è da dire che alla sua funzione di costituire un prodotto di svago adempie senz’altro, a patto che non gli si debba chiedere altro.
1030 Messaggi in 993 Discussioni di 133 utenti
Attualmente online: Ci sono 7 utenti online