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La casa di tolleranza
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Vichi, Marco <1957->

La casa di tolleranza

Ugo Guanda, 2021

Abstract: Siamo nel '49, Bordelli è entrato in Pubblica Sicurezza da due anni, è vice commissario in prova. Non ha ancora l'automobile e si muove in bicicletta. Sta comprando l'appartamento di via del Leone, con l'aiuto dei genitori e di un prestito bancario. Ha trentanove anni, e la memoria colma di ricordi di una guerra sanguinosa, dalla quale è tornato con un cane lupo grande come un vitello, un cane delle SS che lui ha trovato ferito e che ha salvato: Blisk. Durante un controllo in una casa di tolleranza, incarico che lui detesta, incontra una prostituta singolare, che nelle pause tra un cliente e l'altro lavora a maglia. Nasce subito una simpatia destinata a trasformarsi in amicizia. E il loro incontro, per puro caso, trascinerà Bordelli in un'indagine complicata e pericolosa, che lo costringerà a mettere in moto tutte le sue capacità. Tra una «rilassante» passeggiata nei cimiteri - dove verrà scoperchiata una macabra vicenda - e il ricordo di una notte passata a raccontarsi storie, che darà il via alla tradizione delle cene della Confraternita del Chianti, conosciamo il giovane Bordelli, investigatore alle prime armi ma con un gran fiuto nel risolvere i casi più intricati.

Moderators: Valentina Tosi

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E così sono arrivato al mio primo incontro con il commissario Bordelli, l’investigatore della polizia ideato da Marco Vichi. Se devo essere sincero mi ero già imbattuto in questo personaggio leggendo alcuni romanzi di Leonardo Gori, in cui, per quanto in un ruolo non di primo piano, appare come amico di Bruno Arcieri, l’ufficiale dei carabinieri protagonista di una serie di successo. Prima avevo una vaga conoscenza di Franco Bordelli, conoscenza che ho avuto modo di approfondire appunto con questo libro, in cui sono riportate tre sue avventure. La prima, La casa di tolleranza, da cui è tratto il titolo dell’intera opera, presenta un caso del tutto particolare e cioè la cattura di un evaso, un pericoloso criminale; è ben congegnato, i personaggi sono proprio nella parte, con in più una chicca, Rosa, una biondina che svolge in una casa chiusa il più antico mestiere del monda e che è di una notevole simpatia. Rosa riappare anche nella seconda avventura, benché un po’ di anni dopo, in una trama senza morti ammazzati, ma che si basa sul caso e cioè sul fatto che Bordelli, visitando i cimiteri di Firenze e del circondario, si imbatte in due tombe con sulle lapidi lo stesso nome e cognome, l’uguale data di nascita, ma la diversa data di morte. Il defunto è un ebreo reduce dai campi di sterminio e ciò incuriosisce ulteriormente il commissario che chiede informazioni proprio ad Arcieri, all’epoca ancora occupato nei Servizi, ma ottenendo ben poco di più di quel che già sa. Nella vicenda si inserisce un candidato democristiano in lizza nelle imminenti elezioni e ne nasce una storia che ha origine nel passato, ma che vede la sua fine nel presente. La terza avventura nasce una vigilia di Natale, a qualche settimana dalla disastrosa alluvione di Firenze, con Bordelli solo più che mai e non più dipendente da circa un mese della Pubblica Sicurezza dopo le dimissioni a causa di una brutta storia. L’uomo ripensa al passato e gli sovviene un’altra notte di Natale, quella del 1943, quando si trovava in Abruzzo a combattere i tedeschi con il Reggimento San Marco; era arrivato lì da una settimana e adesso si trovava in compagnia di due militari italiani, di cui uno è Curzio Malaparte, in una stalla a poca distanza dalla linea del fronte. Per ingannare il tempo e per rendere meno triste la solitudine Bordelli, dopo che i tre avevano consumato una misera cena, aveva proposto che ognuno raccontasse una storia e aveva iniziato lui con una vicenda che gli era accaduta da bambino e che si rivelerà non poco commovente. Toccherà poi agli altri due, con delle narrazioni assai più brevi, quasi dei colpi di luce, tranne nel caso di Malaparte che anticipa i contenuti del suo famoso libro La pelle con una vicenda di estremo degrado.
La lettura è stata veloce e piacevole, frutto dello stile sobrio e personale dell’autore, nonché delle trame, capaci di avvincere senza le tensioni proprie di un’indagine incalzante. Di conseguenza La casa di tolleranza è senz’altro meritevole di attenzione.

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