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Einaudi, 2019
Abstract: Sono le quattro e trenta del mattino. Dalla loro barca il dottor Manfredi Monterreale e Sante Tammaro, giornalista di un quotidiano online, intravedono sulla costa un uomo che trascina a fatica una grossa valigia e la getta fra gli scogli. Poche ore dopo il vicequestore Vanina Guarrasi riceve una chiamata anonima: una voce femminile riferisce di aver assistito all'uccisione di una ragazza avvenuta quella notte in un villino sul mare. Due fatti che si scoprono legati e dànno il via a un'indagine assai piú delicata del previsto. La scontrosa Vanina, la cui vita privata si complica di giorno in giorno, dovrà muoversi con cautela fra personaggi potenti del capoluogo etneo. Ma anche grazie all'aiuto del commissario in pensione Biagio Patanè, con il quale fa ormai «coppia fissa», sbroglierà un intrigo che, fino all'ultimo, riserva delle sorprese.
Moderators: Valentina Tosi
30 agosto 2022 alle 11:42
“La pesca con la lampara ha una sua logica precisa. Si accende la luce, non si fa rumore, si sta fermi il più possibile e nel frattempo si armano le reti. Prima o poi anche i pesci meglio nascosti vengono a galla. A quel punto non possono scapparti più. Vanina pensò che l’immagine era perfetta per descrivere quel caso.”
Un po’ prima dell’alba, alle 4,30, due amici sono a pesca in mare con la lampara quando notano sulla costa un uomo che trascina una grossa valigia e la butta fra gli scogli. Passano poche ore e il vice questore Vanina Guarrasi riceve una telefonata anonima con cui una voce femminile comunica di essere stata presente all’omicidio di una ragazza avvenuto in un villino sul mare. Da lì partono le indagini, che si rivelano da subito estremamente difficili perché non si riesce a trovare il corpo della vittima, ma, passo dopo passo, portano a evidenziare un personaggio, un noto avvocato, di pubbliche virtù, anche se chiacchierato, ma di notevoli vizi privati, una vera miniera di reati. Certo si tratta di un caso atipico, che mette alla frusta Vanina e la sua squadra, impegnatissimi a cercare una verità che quando è prossima a essere raggiunta si rivela inconsistente, ma induce a seguire nuove piste, disorientando gli investigatori. Ritroviamo con vero piacere questa figura femminile di detective che opera con una logica ferrea, ma che spesso si fa aiutare dall’intuito, nonché tutti i suoi collaboratori, personaggi che fin dal primo romanzo (Sabbia nera) sono capaci di destare immediata simpatia. Questa volta il vulcano non si fa sentire, riposa sornione, solo borbottando ogni tanto, le spiagge sono in disarmo perché la stagione non è più da mare (è autunno). Sebbene non manchino degli inciampi, poco a poco e contemporaneamente agli intuiti del vice questore Vanina Guarrasi, il lettore comincia a districarsi in tanti falsi allarmi e perviene a comprendere un disegno criminoso maturato nella mente di un essere geniale. Tutto risolto? Sembrerebbe di sì, ma...non vado oltre, perché fra tanti colpi di scena l’ultimo è il più riuscito, è quello che ci spinge a considerare che non si è trattato di un’invenzione campata in aria, ma che ha una sua logica, ferrea, come appunto quella che è tipica della nostra detective.
Lo stile è sempre snello, le descrizioni precise, la psicologia dei personaggi – e qui ce ne sono di veramente particolari – è trattata con la dovuta attenzione in quello che è un romanzo che conferma le eccellenti qualità di Cristina Cassar Scalia e che appaga il lettore nel migliore dei modi.
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