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Parma : Guanda, [2004]
Abstract: Inizia d'estate, con un cane sgozzato, una serie di omicidi lunga un anno nel quartiere di Quarto Oggiaro, periferia di Milano. Protagonista è, suo malgrado, l'ispettore Ferraro, uomo senza particolari qualità. Separato con un figlio, vive da solo. Attorno a lui ruotano poliziotti surreali, spacciatori, imprenditori rampanti, contrabbandieri, informatori, pendolari, sciure e manifestanti: il popolo di una città e della sua periferia. Le indagini di Ferraro servono da pretesto narrativo per raccontare il ventre molle di Milano, vera protagonista del romanzo. Una città - sostiene l'autore - che non vuole morire e che, se muore, comunque rinasce, con orgoglio.
Moderators: Valentina Tosi
21 agosto 2022 alle 14:34
Quattro stagioni, quattro casi da risolvere. Si comincia con l’estate e un cane ammazzato in un grande condominio popolare, a cui segue l’omicidio del padrone; si passa poi all’autunno con l’uccisione dapprima di un ricco costruttore edile e successivamente del figlio; con l’inverno arriva anche la rapina a un supermercato, con sparatoria, e infine la primavera non genera solo nuova vita, ma porta anche la morte, violenta, di una signora non più giovane. Se non fosse per la presenza della stessa squadra della polizia di stato in tutte le indagini si potrebbe pensare a quattro racconti a sé stanti e invece c’è il fil rouge della storia di un anno di un gruppo di investigatori, fra cui, protagonista assoluto, suo malgrado, è l’ispettore Michele Ferraro, un uomo quasi anonimo, separato con una figlia, vive da solo nel quartiere di Quarto Oggiaro, alla periferia di Milano, un insieme di condomini senza pretese, dormitori della classe operaia e brulicanti di esponenti della piccola criminalità, dai contrabbandieri di sigarette ai piccoli spacciatori. Non è il Bronx, ma poco ci manca, è, con un termine tutto italiano, il ventre molle di una metropoli. Ferraro sarà un uomo senza particolari qualità, ma merita lo stipendio per il suo lavoro poco appariscente, ma che arriva puntualmente al successo. Certo il metodo investigativo non è canonico, lascia un po’ a desiderare, ma fra svarioni e sbagli alla fine, quasi per miracolo, ogni caso viene risolto.
Per cosa si uccide si fa apprezzare in modo particolare non tanto per le trame, quanto invece per la descrizione di una Milano periferica che attraverso le pagine fa quasi sentire la sua aria di degrado, con un predominio pressoché costante delle diverse tonalità del grigio. Non solo, però, perché del tutto apprezzabile è l’ironia con cui l’autore riesce a permeare le sue storie, un’ironia che stempera a volte la violenza della trama e che può far sorridere il lettore. La titanica notte d’amore dell’ispettore con la ricca ereditiera, l’impegno e lo sfinimento che lo assalgono e che alla fine lo lasciano spossato e svuotato di ogni energia è descritta così bene e con leggerezza, nonostante l’erotismo, e appunto con una vena di ironia, da meritare quasi un plauso a scena aperta.
Nonostante le 296 pagine il libro si legge quasi d’un fiato, anche per lo stile snello, ma non povero, insomma Per cosa si uccide non è solo un romanzo d’evasione.
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