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Il dottor Bergelon
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Simenon, Georges <1903-1989>

Il dottor Bergelon

Adelphi, 2022

Abstract: Bergelon, umile medico di paese, ha affidato una sua paziente incinta alle cure di un primario che lascia morire sia la madre che il neonato. L’ordine dei medici solidarizza subito con Bergelon e soprattutto con il suo importante collega minacciato di morte da Cosson, il novello vedovo. Bergelon però non sa che farsene di questa solidarietà: il senso di colpa provoca in lui una crisi esistenziale che lo porta ai limiti della rottura con il passato: egli lascia il paese per fuggire da se stesso, non da Cosson, il quale, del resto, ha lo stesso desiderio di evasione. Due destini paralleli che si toccano un attimo per riprendere subito dopo le loro strade distinte ma ugualmente dirette verso il nulla.

Moderators: Valentina Tosi

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Con Il dottor Bergelon si parte da un caso di malasanità, provocato dall’assoluta indifferenza di chi dovrebbe salvaguardare una vita e invece non fa il suo dovere. Che poi il dottor Malin e il dottor Bergelon nella circostanza siano ubriachi non è di certo un’attenuante, bensì un’aggravante, perché la deontologia professionale imporrebbe a due medici la sobrietà e la disponibilità, requisiti che nel caso del parto travagliato di una giovane donna sono stati talmente assenti, che non solo in nascituro è morto subito, ma che ha comportato anche il decesso della puerpera. Si dà però il caso che il vedovo non sia d’accordo sulla giustificazione di comodo circa l’impossibilità di salvare il bimbo e la madre e che dia inizio a una sottile vendetta, prendendo soprattutto di mira chi ha meno colpe (il dottor Bergelon), ma che appare per le sue caratteristiche l’ideale capro espiatorio. Inizia così per il medico in questione, che già vive un’esistenza grigia, un periodo di grande difficoltà, fra lettere minatorie e incontri per la strada non proprio amichevoli. Che fare? La decisione è quella di sparire, di cambiare vita, magari senza riuscirci, ma almeno per non essere passivo ed esperire così questo estremo tentativo. La sua sembrerebbe una fuga senza speranza, ma quasi all’improvviso il vedovo smette di perseguitarlo, dicendogli in un incontro ravvicinato che ha trovato nuove motivazioni per vivere ed è così che Bergelon rinuncia alla possibilità di mettersi alla prova ricominciando da zero, perché torna a casa, dalla moglie e dai figli, e al suo grigiore quotidiano, in una vicenda in cui domina, per colpa del protagonista, uno squallore disarmante.
Che Simenon sia capace di aprire l’animo umano, di fare un’analisi psicologica approfondita è una qualità che non gli fa difetto ed è notoria; questa volta, però, ha a che fare con un personaggio che è un incompiuto: si è innamorato di sua moglie senza particolare trasporto, come se fosse una routine giornaliera, fa il medico di quartiere come un impiegato che timbra il cartellino, ha un’attrazione per una prostituta che guarda caso è l’amante di Cosson (il vedovo), ha una relazione occasionale in villeggiatura al mare con una donna con un figlio, rifiuta a un amico un’offerta di lavoro che gli consentirebbe di togliersi di dosso quell’abito di mediocrità che da sempre l’accompagna. Insomma, il dottor Bergelon si lascia trascinare dalla vita, non ha rimorsi e nemmeno gioie, vegeta, si potrebbe dire, ed è lì l’origine dello squallore.
Descrivere la psicologia di un individuo così è difficile e non è facile nemmeno per un narratore come Simenon, tanto che riesce solo in parte nello scopo, un risultato tuttavia che influisce relativamente sulla gradevolezza della lettura. Non sarà il miglior romanzo di Simenon, o uno dei suoi migliori, ma resta il fatto che chi legge non può che apprezzare, provando anche un senso di repulsione per quell’uomo senza qualità che è il dottor Bergelon.

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