Community » Forum » Recensioni

La mano sinistra del diavolo
2 1 0
Roversi, Paolo <1975->

La mano sinistra del diavolo

Milano : Mursia, c2006

Abstract: A Capo di Ponte Emilia non accade mai nulla. Fino al giorno in cui il piccolo paese della Bassa Padana viene sconvolto dal ritrovamento di una mano mozzata nella cassetta delle lettere di un anziano pensionato. A Milano accadono molte cose, ma né la scomparsa del proprietario di un ristorante giapponese né il ritrovamento in un parco del cadavere di una ragazza riescono a sconvolgere il ritmo della città. Morti e misteri che piombano nella vita di Enrico Radeschi, intraprendente cronista di nera, che si trova, un po' per caso e un po' per mestiere, a condurre una doppia indagine tra le notti della metropoli lombarda e le sonnolente giornate della provincia. Cammina Radeschi, inseguendo storie che nascondono segreti del passato e violenze di oggi. Cammina Radeschi, perché dietro ad ogni notizia ci sono un mistero che chiede di essere svelato e una mano che tira le fila di tutto.

Moderators: Valentina Tosi

699 Visite, 1 Messaggi

Già avevo espresso qualche riserva in occasione della recensione di La confraternita delle ossa (nulla da dire sulla capacità di avvincere, molto invece da evidenziare riguardo la improbabilità della trama); così ho ritenuto opportuno verificare leggendo un altro romanzo, La mano sinistra del diavolo, che si svolge a Milano e a Capo di Ponte Emilia, immaginario paesino dell’oltre Po mantovano, ai confini con l’Emilia. Anche in questo caso non ho nulla da dire circa l’interesse della trama per il lettore, con delitti che avvengono a Milano e nella bassa mantovana, non collegati fra loro. Anzi, se devo essere sincero ho letto senza soste, tranne quella notturna, curioso di arrivare a scoprire moventi e assassini. Però, quando si arriva al dunque, cioè quando si è arriva a conoscere il nome del colpevole, o dei colpevoli, e il perché di questi delitti, casca l’asino, cioè ci sono soluzioni che francamente ritengo poco plausibili, o forse potrebbero esserlo se Roversi non andasse a complicarsi la vita con degli avvitamenti che ho ritenuto anche irritanti. Purtroppo, arrivare alla fine e constatare che gli esiti delle indagini appaiono poco credibili è veramente fastidioso e tutta quella tensione che aveva accompagnato la lettura si spegne di colpo con l’aggravante che ci scappa anche qualche moccolo. Dispiace che a fronte di protagonisti ben descritti come il giornalista di nera Radeschi, il vice questore Sebastiani, il maresciallo Boskovic e il brigadiere Rizzitano, entrambi dei carabinieri e in presenza di trame che promettono molto, poi la soluzione dei casi non sia assolutamente all’altezza Sono infatti conclusioni troppo semplicistiche, per nulla chiare, insomma si ha l’impressione che occorreva chiudere e che lo si è fatto senza riguardo a un criterio logico.

  • «
  • 1
  • »

1028 Messaggi in 991 Discussioni di 133 utenti

Attualmente online: Ci sono 17 utenti online