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Milano : Garzanti, 1999
Abstract: Donatella è scomparsa. È bellissima, sembra una svedese, con quei lunghi capelli biondi e quel profilo antico. Ma è debole di mente: per la strada guarda gli uomini, sorride a tutti e, qualunque cosa le dicano, risponde di sì. Perciò suo padre, il vecchio Amanzio Berzaghi, un ex camionista, la tiene nascosta in casa, tra bambole e dischi di canzonette. Ma una mattina l'ex camionista non la trova più... Il caso viene affidato a Duca Lamberti, il medico-investigatore. Alla disperata ricerca della ragazza, Lamberti si spinge nei bassifondi di Milano, tra feroci magnaccia e case d'appuntamento.
Moderators: Valentina Tosi
10 maggio 2022 alle 20:19
E’ una Milano grigia, fredda, dove ognuno vive distaccato la sua piccola esistenza, è una città dove il vizio è disseminato di tante isole in cui viene sfruttato il corpo umano da uomini senza scrupoli, abituati a trattare delle donne come oggetto e a spremerle come limoni. Si può obiettare che sono tante le città così, ma Giorgio Scerbanenco ha scelto Milano perché ci ha vissuto da quando aveva 16 anni (prima stava in Ucraina, a Kiev, dove era nato). Se nelle prove precedenti, pur mettendo in risalto le perfette geometrie della trama alla cui fine puntualmente e logicamente si scopriva il colpevole di un reato, senza però tanti approfondimenti sotto l’aspetto psicologico, in questo I milanesi ammazzano al sabato (titolo bellissimo) non posso non rimarcare un salto di qualità veramente notevole, perché ora ambiente, atmosfera, fine descrizione della psiche dei protagonisti è ai massimi livelli.
Ma passo alla storia, in breve. Viene rapita Donatella, la figlia di un modesto impiegato vedovo, una donna di 28 anni affetta da elefantiasi, alta quasi due metri per un peso di circa un quintale, ma bellissima; ha un difetto però, e cioè ha il cervello di una bambina, ma quel che è peggio è una ninfomane, il soggetto ideale per i mercanti di carne umana. Il padre si dispera, va alla polizia, che latita un po’, poi, dopo alcuni mesi, un giorno che torna al commissario con l’ennesima richiesta di notizie si imbatte in Duca Lamberti, che prende a cuore il caso e che in pochissimo tempo ritrova la figlia, morta ammazzata a pietrate e poi bruciata nel tentativo di fare sparire ogni traccia. Il poliziotto si indigna e comincia la caccia ai colpevoli, ai quali arriverà prima, se pur di poco, il padre, grazie a una lettera anonima. Non vado oltre, anche se è possibile immaginare quale sia la fine di questo giallo che, oltre ad avvincere dalla prima all’ultima pagina, sconvolge, prende lo stomaco, stimola desideri di vendetta. Scerbanenco ha scritto qualche cosa di irripetibile, non limitandosi al solo aspetto poliziesco, affondando il coltello nella piaga di una città moderna, dove vivono lupi famelici e vagano spaventato agnelli sacrificali, dove anche in un buon uomo, un travet, può scatenarsi l’istinto primordiale, tanto da farlo diventare una belva.
Da leggere, più che un consiglio è una raccomandazione.
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