Community » Forum » Recensioni
Milano : Effigie, 2008
Abstract: Mino Milani, con la consueta passione per le storie del passato, racconta la nuova indagine di Melchiorre Ferrari, Commissario di Seconda Classe nella quieta provincia asburgica che, pagina dopo pagina, trasforma eventi insignificanti in indizi rivelatori di fatti e misfatti. Questa volta la petulante insistenza del parroco della chiesa di San Primo conduce lo zoppicante passo del commissario a una casa che, abbandonata trent'anni prima dal suo giovane proprietario, inaspettatamente sembra aver perso una stanza: ma martellate, polvere, calcinacci e pezzi di mattone caddero a terra, qualche colpo di tosse, poi vi fu un varco sufficiente a lasciar passare una persona. Ferrari si fece avanti, guardò. C'era poca luce, ma poté subito vedere dopo trent'anni ciò che produce avidità e freddezza umana.
Moderators: Valentina Tosi
8 marzo 2022 alle 11:53
Di Mino Milan mi aveva parlato un’amica, ma, per quanto incuriosito, non avevo mai avuto occasione di leggere qualche suo libro; tuttavia, appreso della sua recente scomparsa, ho deciso di porre rimedio, pur nella difficoltà di trovare l’opera adatta per rompere il ghiaccio, visto che lo scrittore pavese si è cimentato in diversi generi, come la narrativa per ragazzi, il fantasy, i saggi storici e i gialli. Ho optato per un poliziesco, attirato dalla figura del protagonista da lui ideato e dal luogo e dall’epoca in cui si svolgono le vicende. Infatti l’abile solutore degli enigmi è Melchiorre Ferrari, commissario dell’Imperiale Regia Delegazione di Polizia del Lombardo-Veneto, con le vicende che si svolgono a Pavia all’incirca a metà Ottocento. Devo dire che la scelta di un personaggio in epoca preunitaria è indubbiamente di per sé strana, ma non posso accertarne il motivo perché purtroppo il creatore è venuto a mancare. In questo breve Dopo trent’anni si va alla ricerca dei colpevoli di un omicidio per rapina compiuto trent’anni prima del fortuito ritrovamento del cadavere e del conseguente avvio delle indagini. Melchiorre Ferrari, come investigatore, ha una sua personalità, nonostante che le sembianze siano simili a quelle di tanti uomini, non è un uomo d’azione, ma che arriva alle soluzione con intelligenza e intuito. E anche nel caso di questo omicidio, avvenuto così tanti anni prima, con pazienza riesce a risolvere il caso, assicurando i colpevoli alla giustizia. Come Melchiorre Ferrari non è un Maigret, Mino Milani non è un Simenon, nel senso che almeno in questo libro privilegia soprattutto la trama, tralasciando l’analisi psicologica dei protagonisti e spendendo il minimo necessario per l’ambientazione e l’atmosfera. Ciò non toglie che, grazie a una scrittura snella, agile, assolutamente mai greve il libro si presti a una lettura di svago che consente di trascorrere piacevolmente un paio d’ore, senza doversi arrovellare più di tanto e in presenza di una soluzione del tutto logica. Insomma, non è di certo un capolavoro, ma per la funzione per cui è stato scritto, e cioè consentire una gradevole lettura, è senz’altro riuscito ed è da considerare più che discreto.
1028 Messaggi in 991 Discussioni di 133 utenti
Attualmente online: Ci sono 17 utenti online