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L'ultima magia
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Santagata, Marco <1947-2020>

L'ultima magia

Guanda, 2021

Abstract: È un Dante davvero poco conosciuto, ma molto vero e umano, quello che incontriamo in questo romanzo scritto da uno tra i più grandi dantisti contemporanei, recentemente scomparso. La storia procede per flash back, a partire dal 1321, quando il poeta vive ormai tranquillo con la famiglia a Ravenna e su richiesta di Guido Novello da Polenta deve recarsi a Venezia per un'ambasceria al Gran Consiglio. Il viaggio sarà l'occasione per un'immersione in ricordi dolorosi che risalgono al tempo del suo esilio. Con l'attenzione dello studioso e il passo del grande narratore Santagata trascina il lettore nelle trame oscure dell'Italia del Duecento, in cui Dante deve districarsi tra complotti segreti e lotte politiche. Tutto ruota intorno a una misteriosa statuetta e al sinistro alone di negromante che avvolge colui che ha cantato la sua discesa all'Inferno. E così scopriamo che Beatrice non è stata forse l'unico grande amore del poeta. Nel suo passato c'è stata anche un'altra donna, una passione inconfessabile che lo ha travolto e adesso lo carica di altri rimpianti...

Moderators: Valentina Tosi

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Se “Dante. Il romanzo della sua vita” era tutt’altro che un romanzo, bensì un riuscitissimo saggio storico-letterario, L’ultima magia è invece un’opera di narrativa di straordinaria bellezza.
Santagata ha voluto raccontarci dell’ultimo periodo di vita del sommo poeta, ospite a Ravenna dei Da Polenta, che lo incaricano di andare a Venezia in qualità di loro ambasciatore. Corre l’anno 1321, il mese di Agosto, e Dante dipo un lungo periodo di tribolazioni, di diversi padroni, ha trovato nella città romagnola finalmente un’oasi di pace, in cui può, lui, finalmente riunito stabilmente con la sua famiglia, attendere con tranquillità l’ultimo passo, anche se qualche problema finisce con l’assillarlo, timoroso del fatto che, per un incidente di anni prima, un cardinale, segretario di stato pontificio, gli disse che se la chiesa perdona, però non dimentica. E fra i tanti ricordi propri di una persona avanti con gli anni quello di quell’incidente gli sovviene più prepotente e così comincia a raccontare una storia di negromanzia che lo ha visto involontario protagonista. E’ una narrazione da cui traspaiono le preoccupazioni del poeta, i timori allora provati e che ora si riaffacciano, più impietosi in quanto tormenti per un uomo che non ha più nulla da chiedere alla vita, ora che ha ultimato la Divina Commedia e che è conosciuto e stimato come il più grande dei poeti viventi. Il racconto del passato si alterna al presente, la memoria di ciò che è stato riaffiora a minare quella tranquillità che ha raggiunto, ma allora perché non rifugiarsi in ricordi più dolci, quale può essere quello di un amplesso, improvviso e non ricercato, con Alagia, la moglie del marchese Moroello Malaspina che ebbe l’opportunità ,di ospitarlo nel suo castello di Mulazzo vicino a Massa-Carrara, un atto di piacere isolato che non ebbe seguito se non molti anni dopo in una richiesta proprio di Alagia di un piacere per tutelare l’ultimogenito, che potrebbe essere stato concepito in quel rapporto frettoloso. Da lì si sviluppa la vicenda della negromanzia, da cui uscirà Dante perdonato, ma segnato nel libro nero della chiesa, tanto che quando Galeazzo Visconti e Cangrande della Scala gli riproporranno un omicidio con una fattura, Dante troverà, dopo molti tormenti, il modo di uscirne pulito interessando la Chiesa stessa che lo ringrazierà facendolo ospitare dai Da Polenta.
L’ultima magia, frutto indubbiamente della creatività di Marco Santagata, per quanto i protagonisti principali siano veramente esistiti, è un romanzo storico molto ben strutturato, che appassiona progressivamente il lettore, tanto più che la trama è in grado di offrire momenti di tensione alternati a d altri di passione e con una conclusione di una dolcezza disarmante, quasi che Dante, personaggio esistito veramente, fosse anche lui frutto della penna del narratore, quel figlio solo immaginato, ma capace di dare un senso alla vita di chi lo ha creato.
La lettura è indubbiamente consigliata e assicuro che alla fine si verrà contagiati dalla serenità raggiunta da Dante sulla base delle risultanze della sua tormentata vita da esule, da uomo passionale, impulsivo, egocentrico, ma anche capace di raggiungere vette sublimi con quella sua Commedia che già allora aveva successo, ma che nemmeno poteva immaginare che tale sarebbe rimasto anche nei secoli a venire.

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