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I superstiti del Télémaque
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Simenon, Georges <1903-1989>

I superstiti del Télémaque

Adelphi, 2020

Abstract: Pierre è tutto forza, muscoli, salute. Charles è il cervello della famiglia!» diceva la gente. Tant'è che se Pierre aveva preso il brevetto di capitano era stato solo grazie all'aiuto di Charles. Dei gemelli Canut, tutti preferivano Pierre, «Pierre che viveva appieno la vita, Pierre che era bello, che era forte, Pierre che sorrideva sereno scrutando l'orizzonte e ispirava una fiducia immediata, un'immediata simpatia!». Mentre Charles, che era debole di petto e non poteva lavorare sui pescherecci come la maggior parte degli uomini di Fécamp, rimaneva nell'ombra del fratello. Per di più, era uno che «temeva di offendere le persone, di dar loro un dispiacere» - uno che non faceva altro che scusarsi. Eppure, il giorno in cui Pierre viene arrestato con l'accusa di aver ucciso l'ultimo dei superstiti del naufragio in cui il padre, trent'anni prima, aveva perso la vita in circostanze mai chiarite (si sospetta un caso di antropofagia), Charles decide di «sbarazzarsi di se stesso, di quel Canut timido e dimesso» che è sempre stato e di dimostrare a tutti di che cosa è capace: sarà lui a smascherare il vero assassino e a salvare il fratello!

Moderators: Valentina Tosi

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Per quanto la capacità creativa di Simenon potesse sembrare inesauribile ogni tanto doveva sopravvenire qualche stanchezza, un calo di forma che inevitabilmente si rifletteva in una produzione non del consueto elevato livello. Deve essere accaduto anche per I superstiti del Télémaque, dalla lettura pur sempre gradevole, ma romanzo che non è all’altezza di quanto ci ha abituato l’autore belga. Eppure la storia parte da un elemento di indubbio interesse, da un delitto che pare trovare origine in quanto accaduto dopo il naufragio del Télémaque, allorché i superstiti, per sopravvivere, dovettero ricorrere al cannibalismo. La moglie di uno dei possibili divorati è impazzita e i figli Pierre e Charles, gemelli, scontano della tragica fine del padre e dello stato mentale della madre la loro esistenza, con il primo tutto forza e muscoli, ma poco cervello, e il secondo, malaticcio, ma capace di ben ragionare.
E’ Pierre che viene accusato dell’omicidio di un superstite di quel naufragio e spetterà all’insicuro Charles l’ingrato e delicato compito di tirarlo fuori dalle rogne scoprendo il vero colpevole.
La trama è quella che è, tanto più che la scoperta del reo è abbastanza nebulosa, ma in genere quello che si apprezza di Simenon sono le capacità di ricreare l’ambiente e di sondare psicologicamente l’animo umano. La prima non manca, perché la descrizione e l’atmosfera di Fécamp, cittadina della Normandia che vive soprattutto con la pesca dell’aringa sono come al solito rese perfettamente.
Quello che invece non è al solito livello è l’indagine psicologica, con questi due gemelli per niente uguali e dalle caratteristiche completamente diverse, notevolmente accentuate nei caratteri, tanto da essere quasi innaturali. Insomma, nessuno dei due è riuscito a rientrare nelle mie simpatie, perché troppo estremizzati.
Direi che questo romanzo è stato scritto forse frettolosamente, oppure, come ho accennato all’inizio, era un periodo un po’ di stanchezza; con ciò non intendo affermare che è un lavoro da poco, no, solo che è semplicemente un giallo, e non il solito, ma eccellente giallo di Simenon.

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