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Congo
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Reybrouck, David van <1971->

Congo

Milano : Feltrinelli, 2014

Abstract: Si parte dal gigantesco estuario del fiume Congo, come i colonizzatori, i missionari, i bianchi hanno sempre fatto. Un getto possente di detriti, terra, alberi che trasforma l'oceano in un brodo torbido per centinaia di chilometri: "Le immagini del satellite lo mostrano chiaramente: una macchia brunastra che, durante il picco della stagione dei monsoni, si estende verso ovest per ottocento chilometri. Quando ho visto per la prima volta delle fotografie aeree mi è venuta in mente una persona che si era tagliata i polsi e li teneva sotto l'acqua, ma per sempre. Così, quindi, comincia un paese: diluito in una grande quantità di acqua di oceano". E poi, attraverso centinaia di interviste con congolesi di tutte le età e le etnie, attraverso lo studio della storia, dell'archeologia, della geografia e della climatologia, attraverso una scrittura tersa e coinvolgente, si va alla scoperta di un paese, di un popolo, di un continente. Dai primi insediamenti preistorici agli orrori della dominazione coloniale belga, dall'indipendenza alle guerre civili, attraverso giungle e città, montagne di ghiacciai perenni e pianure rigogliose, miniere di ogni minerale prezioso e una natura ricchissima e incontaminata, un libro che davvero restituisce un mondo.

Moderators: Valentina Tosi

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“Un brodo giallastro, ocra, ruggine. Ti trovi ancora a centinaia di miglia dalla costa, ma già lo sai: qui comincia la terra. Il fiume Congo si getta nell’Oceano Atlantico con una forza tale da cambiare il colore dell’acqua per centinaia di chilometri.”
Già l’incipit di questo libro riesce a dare un’idea delle dimensioni di questo grande stato, vale a dire l’ex Congo belga, che ora si chiama Repubblica Democratica del Congo esteso per 2.344.858 km quadrati (all’incirca otto volte l’Italia) e con una popolazione di circa 17 milioni di abitanti. Del resto il fiume stesso, cioè il Congo, ha una lunghezza di ben 4.300 km., con un bacino idrografico che è superato solo da quello del Rio delle Amazzoni. Quindi si tratta di un paese molto grande, con una bassa densità di popolazione, immense foreste, miniere di diamanti, rame, uranio e cobalto, per lo più concentrate nella provincia del Katanga, il che dovrebbe far pensare a uno stato ricco, con un Pil pro capite particolarmente elevato, e invece non è così. Anzi, vi regna la miseria, vi dilaga la corruzione, la mortalità infantile è particolarmente elevata. Perchè? Il perché ce lo spiega David Van Reybrouck con questo libro corposo (sono più di 600 pagine), ma ben strutturato e completo quanto ad analisi della storia di questo stato e della della sua evoluzione dopo aver raggiunto l’indipendenza il 30 giugno 1960, troppo presto perchè potesse reggersi in modo equilibrato da sé, con una classe dirigente impreparata sotto l’aspetto politico e quello amministrativo. Quindi, l’iter di decolonizzazione non si può dire certamente ben riuscito, con questa fretta di rendersi autonomi, anche perché il Belgio temeva che potesse nascere una guerra di indipendenza come quella che incendiava l’Algeria; un po’ questa decisione affrettata, un po’ la frenesia degli emergenti capi congolesi, sta di fatto che il lavoro di emancipazione non fu completato, determinando tutta una serie di conseguenze, quali colpi di stato, guerre, purghe etniche, dittature mascherate da democrazie, pessima o addirittura inesistente amministrazione che hanno portato un paese potenzialmente ricco a essere invece misero. Le Nazioni Unite dovettero intervenire più volte, ma non risolsero il problema di fondo dell’impreparazione culturale al concetto di libertà e democrazia di chi aspira ai posti di comando.
L’autore ha la straordinaria capacità di narrarci la storia del Congo dalle sue origini, quando era un Regno che poi divenne proprietà del re del Belgio Leopoldo II, che non esitò a sfruttare in modo impietoso la popolazione, come se anche questa fosse una sua proprietà personale; decise poi di conferire questo suo territorio privato nelle colonie belghe nel 1908 quando si accorse delle notevoli difficoltà di gestire questa entità troppo grande. Il libro è in grado di farci conoscere passo dopo passo la storia del paese, e lo fa in un modo che posso definire avvicente, del tutto inusuale cioè per un saggio storico, notoriamente greve. Quindi, ne consiglio la lettura perché è più che mai utile capire come un paese che avrebbe tutte le carte per essero ricco sia invece povero e come il rimedio sia ben lungi dal venire, perché uno spirito libero e democratico non si crea mai di colpo, ma ha bisogno di tempi che possono essere più o meno lunghi.

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