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Roma : Newton Compton, 2011
Abstract: Anno del Signore 1205. Padre Vivïen de Narbonne viene braccato da un manipolo di cavalieri che indossano strane maschere. Il monaco possiede un libro molto prezioso, che non vuole cedere agli inseguitori. Tentando di fuggire, precipita in un burrone. Tredici anni dopo Ignazio da Toledo, di ritorno da un esilio in Terrasanta, viene convocato a Venezia da un facoltoso patrizio per compiere una missione: dovrà recuperare un libro molto raro intitolato Uter Ventorum, lo stesso libro posseduto da Vivïen. Il manoscritto in questione conterrebbe precetti derivati dalla cultura talismanica caldaico-persiana e sembrerebbe in grado di evocare gli angeli, per poter partecipare della loro sapienza. Ignazio si metterà alla ricerca del libro, che secondo le indicazioni è tenuto in custodia nella Chiusa di San Michele presso Torino. Ma alla Chiusa di San Michele, anziché trovare il libro, Ignazio si imbatte in un mistero: l'Uter Ventorum è stato smembrato in quattro parti nascoste in Linguadoca e in Castiglia. La curiosità di scoprire il contenuto di quelle pagine lo sprona a proseguire nella ricerca, nonostante il pericolo. Riuscirà svelare tutti gli enigmi che il libro contiene e a evocare gli angeli e la loro sapienza?
Moderators: Valentina Tosi
27 agosto 2020 alle 14:59
Per me non c’è di peggio di leggere un libro che ho comprato, nonostante la sensazione che non mi avrebbe soddisfatto, e verificare che avrei avuto ragione a non acquistarlo. Ma anche in questo caso il battage pubblicitario, il Premio Bancarella (mi chiedo come abbiano potuto attribuirglielo) mi hanno purtroppo influenzato e puntuale alla sauspicata soddisfazione è seguita la delusione e, diciamolo francamente, anche un po’ di rabbia, perché scrivere un romanzo senza capo né coda, ottenerne la pubblicazione e anche un premio importante mi lascia alquanto perplesso. Certo è stato, come si suol dire, pompato molto, qualcuno addirittura è arrivato a paragonarlo a Il nome della rosa, un accostamento francamente blasfemo. La vicenda, che si svolge nell’anno 1205, di per sé potrebbe essere essere anche interessante, se non fosse infarcita di pseudo rituali magici, esoterici, di diavolerie del tutto campate in aria, con le pagine che si susseguono aggiungendo mistero a mistero, con colpi di scena, alcuni prevedibili, altri del tutto illogici. La ricerca ossessiva intrapresa dal mercante di reliquie Ignazio da Toledo del libro rarissimo Uter Ventorum, bramato anche da una setta religiosa, passa attraverso mille peripezie, violenze, omicidi, personaggi che si credevano amici e invece sono nemici, con pagine che spesso e volentieri portano a un vero e proprio torpore, salvo risvegliare improvvisamente, ma per poco, perchè si ricade presto nella noia. Insomma, dopo aver letto un centinaio di pagine, mi era venuta l’ispirazione di gettarlo nel cestino della carta straccia e solo la decisione di arrivare fino in fondo per averne un giudizio compiuto mi ha indotto a proseguire la lettura, che non è stata assolutamente appagante. Infatti, gli intrecci, gli intrighi, i misteri incalzanti mi sono apparsi fini a se stessi, cioè non inseriti in una struttura equilibrata, in assenza della concreta capacità di rendere le atmosfere e di sondare intimamente i vari personaggi. Direi che lo stile si è perso per strada e con esso anche la mia speranza che, nonostante la buona volontà che ho profuso per leggerlo, il romanzo potesse decollare, che l’autore riuscisse a conferirgli un’aria di mistero per gli inganni e non per situazioni paradossali.
E’ a malincuore pertanto che archivio questo pseudo romanzo storico, più che mai convinto che non ne leggerò altri di Marcello Simoni.
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