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Mondadori, 1992
Moderators: Valentina Tosi
9 dicembre 2019 alle 21:10
Inizio subito con il precisare che è ben difficile trovare fra questi 31 racconti uno che sia di modesta levatura, perché, caso più unico che raro, oltre a essere di piacevole lettura, sono tutti di qualità. Se non ci sono punti di contatto fra gli stessi, tutti però sono improntati dall’autore al genere surreale, non frequente, di non facile realizzazione e quindi, dato il loro livello, ancora più apprezzabili. Ben lungi dall’idea di parlare di ognuno di essi desidero solo dare alcuni cenni affinché si possa comprendere di che si tratta.
Sette piani, quelli di una clinica, in cui i pazienti ricoverati hanno una gravità nella loro malattia inversamente proporzionale all’altezza, e così nel settimo si trovano quelli quasi sani e nel primo i morituri. Lì si parla della sventura di un malato che rifiuta categoricamente il suo destino mano a mano scende nei vari piani.
Il mantello, con il ritorno dalla guerra di un soldatino alla sua famiglia. Commovente nell’esposizione e angosciante nella conclusione.
Una cosa che comincia per elle. Tutto poteva pensare Cristoforo Schroder quando, arrivato al paese di Sisto, era sceso alla locanda, come soleva fare abitualmente per la sua attività. Questa volta però lo attendeva una sgradita sorpresa che avrebbe travolto la sua vita.
Una goccia, che in una casa a più piani anziché scendere per la forza di gravità, sale per le scale, terrorizzando gli inquilini.
Racconto di Natale, con una disperata ricerca di Dio, forse il più bello di tutti, incalzante, visionario, ma al tempo stesso concreto.
Il colombre, una specie di favola moderna, ma dai toni drammatici sugli insegnamenti sbagliati di certi genitori che, invece di educare i figli ad affrontare eventuali avversità, impongono loro di fuggirle, di fatto facendoli diventare schiavi, prima ancora che del destino, delle loro paure.
La giacca stregata, un’altra favola, il cui fine, puramente morale, è che non dobbiamo lasciarci sottomettere dall’avidità e che dobbiamo pertanto agire secondo coscienza, perché a ogni nostro arricchimento corrisponde l’impoverimento di qualcun altro.
I sette messaggeri, altra favoia la cui morale è che ci è impossibile arrivare ai confini del nostro mondo e della nostra conoscenza.
Qualcosa era successo, con un viaggio dal Sud a Milano che si trasforma in un incubo, con le paure ancestrali che deformano semplici situazioni per portare a supporre l’esistenza di qualcosa di eclatante e pericoloso.
Insomma, posso dire che prima di cominciare a leggere questa raccolta avevo qualche dubbio in ordine al fatto che mi potesse risultare gradita e invece, fin dalle pagine iniziali, dai primi racconti sono rimasto avvinto da una prosa scorrevole e da una creatività veramente notevole.
Da leggere, pertanto.
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